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un certo patrimonio

  • 1 ♦ worth

    ♦ worth (1) /wɜ:ɵ/
    A a. pred.
    1 che vale; del valore di; valevole: a ring that is worth nothing, un anello che non vale nulla, di nessun valore
    2 degno; meritevole; che vale la pena: a film worth seeing, un film che merita d'essere visto; The novel isn't worth reading, quel romanzo non vale la pena di leggerlo; Is it worth all the trouble?, val la pena darsi tanto da fare?; DIALOGO → - Lost credit cards- It's worth a try, vale la pena provare; It's worth all the inconvenience, vale la pena di tutto il disagio
    3 ( di persona) in possesso di, che ha ( un certo patrimonio): He's worth a million pounds, possiede un milione di sterline; What's the steel magnate worth?, qual è il patrimonio del magnate dell'acciaio?
    B n. [u]
    1 valore; merito; pregio: a jewel of great worth, un gioiello di grande valore; the true worth of Shakespeare's plays, il vero valore dei drammi di Shakespeare; men of great worth, uomini di grande merito; to prove one's worth, dimostrare il proprio valore
    2 (arc. o rag.) attivo; patrimonio; ricchezze: net worth, capitale netto; patrimonio netto
    ● to be worth, valere; costare: It isn't worth much, vale poco; What's the house worth?, quanto vale la casa? □ to be worth it, valere la pena: It isn't worth it, non ne vale la pena □ (volg. USA) worth shit, per niente; per nulla; neanche per il cazzo (volg.) □ (fig.) to be worth a king's ransom, valere una fortuna; valere un Perù □ ( sport) to be worth the win, meritare la vittoria; meritare di vincere □ (fam.) for all one is worth, facendo del proprio meglio; di buona lena; mettendocela tutta: He worked away for all he was worth, si è buttato nel lavoro a corpo morto □ for what it's worth, per quel che vale; ammesso che ne valga la pena: For what it's worth, I'll stand by you, per quel che varrà, ti assicuro il mio appoggio □ (fam.) worth one's salt, degno di questo nome: a poet worth his salt, un poeta degno di questo nome, un poeta che si rispetti □ (fam.: di persona) not to be worth one's salt, non meritare (o non valere) lo stipendio che si riceve; mangiare il pane a tradimento □ I'll make it worth your while, ti ricompenserò a dovere (in modo che tu non abbia a pentirti della fatica fatta, del rischio corso, ecc.) □ It isn't worth while going now, non vale la pena di andare ora □ I bought ten pounds' worth of stamps, comprai francobolli per dieci sterline.
    worth (2) /wɜ:ɵ/
    vc. verb. (arc., 3a pers. cong. pres.)
    accada; venga; sia: Woe worth the day!, maledetto sia il giorno!

    English-Italian dictionary > ♦ worth

  • 2 lasciare

    leave
    ( abbandonare) give up
    ( concedere) let
    lascia andare!, lascia perdere! forget it!
    * * *
    lasciare v.tr.
    1 (andar via da) to leave*; (abbandonare) to abandon; to desert, to quit; (rinunciare) to give* up: lasciammo Londra una settimana prima di te, we left London a week before you; ha lasciato l'ufficio verso mezzogiorno, he left the office towards midday; lo lasciammo che lavorava in giardino, we left him working in the garden; ha lasciato il lavoro per unirsi a un gruppo rock, he quit (o left) his job to join a rock group; ha dovuto lasciare l'università per motivi di salute, he had to leave (o give up) university because of ill-health; la ditta lascerà la vecchia sede, the firm will move out of its former premises; i medici avevano lasciato ogni speranza di salvarlo, the doctors had given up all hope of saving him; ha lasciato la famiglia per seguire quella donna, he has left (o deserted o abandoned) his family for the sake of that woman; lasciò la fidanzata, he left his fiancée // ci ha lasciati l'anno scorso, (è morto) he left us last year
    2 (far rimanere) to leave*; (lasciar dietro di sé) to leave* behind: ha lasciato moglie e figli in Italia, he left his wife and children in Italy; non posso lasciare a casa i bambini, I can't leave the children at home; lascia la finestra aperta per piacere, leave the window open, please; quando morì lasciò moglie e due figli, when he died he left a wife and two children behind him; la ferita mi ha lasciato una cicatrice, the wound has left me with a scar; mi lasciò senza una lira, he left me penniless; questa medicina mi ha lasciato la bocca amara, this medicine has left a bitter taste in my mouth; ha lasciato tutto com'era, he left everything as it was; ha lasciato un buon ricordo di sé, he left behind a good memory of himself; l'assassino ha lasciato molte tracce, the murderer left a load of clues behind; è partito senza lasciare istruzioni, he went off without leaving any instructions // lasciare fuori, to leave out // lasciare da parte, to leave aside // lasciare solo, in pace, to leave alone, in peace
    3 (posare, deporre) to leave*, to put*; (far scendere) to drop off: ti lascerò il pacchetto sulla scrivania, I'll leave (o put) the packet on your desk; lascialo pure sulla sedia, you can put it on the chair; ti lascerò davanti al supermercato, I'll drop you off (o leave you) opposite the supermarket
    4 (dimenticare, non prendere con sé) to leave*, to forget*: ho lasciato gli occhiali a casa, I have left my glasses at home; ho lasciato l'ombrello sull'autobus, I've forgotten the umbrella on the bus; ha lasciato la finestra aperta ed è entrato un ladro, he left the window open and a thief got in
    5 (rimetterci) to leave*, to lose*: in quell'incidente ci lasciò la vita, he lost his life in that accident; per poco ci lasciai la salute, I nearly ruined my health; ci ha lasciato la vita, it cost him his life
    6 (in eredità) to leave*, to bequeath, to will: gli ha lasciato tutto il patrimonio, he left all his property to him; lasciare una proprietà a un ente assistenziale, to bequeath an estate to a charitable institution
    7 (permettere, fare) to let* (s.o. do), to allow (s.o. to do): chi ti ha lasciato entrare?, who let you in?; lascialo fare a me, let me do it; lascia che me ne occupi io, leave it to me; questa fessura lascia passare molta aria, this crack lets in a lot of air; non lasciare cadere quel vaso, don't drop that vase; l'hanno lasciato morire senza far niente, they let him die without doing anything; non lascia uscire suo figlio da solo, he doesn't allow his son to go out on his own; non gli lascia guidare la sua auto, he doesn't let him drive his car
    8 (serbare) to keep*, to leave*: lasciami questa carne per cena, keep this meat for my supper; puoi lasciarmi qualcosa da mangiare?, can you leave (o keep) me something to eat?; lasciami un po' di birra, leave me a drop of beer
    9 (affidare, dare) to leave*, to trust, to give*; (cedere) to let* have: lasciami tuo figlio fino a questa sera, leave your son with me until tonight; non voglio lasciargli il mio orologio, ho paura che me lo rompa, I don't want to trust my watch to him (o to give him my watch), I'm afraid he may break it; te lo lascerò per 50 euro, you can have it for 50 euros; hai lasciato la mancia al cameriere?, did you tip the waiter? (o did you leave a tip for the waiter?)
    10 (allentare) to let* go; (liberare) to release; to set* free, to free: lascia la corda, let go of the rope; il cane lasciò la presa, the dog loosened its grip; lasciarono il prigioniero in libertà, they released the prisoner
    ◆ v. intr. (smettere, cessare di) (non com.) to stop, to leave* off: non lascia di brontolare, she doesn't stop grumbling.
    ◘ lasciarsi v.rifl. to let* oneself: non mi lascerò truffare, I'm not going to be cheated; non si lasciò vedere per tutta una settimana, he didn't appear for a whole week; si lasciò andare su una poltrona, he sank into an armchair; si lasciò trasportare dall'ira, he let himself be carried away by anger; lasciare guidare dall'esperienza, to let oneself be guided by experience; non si lascia avvicinare da nessuno, he doesn't let anyone get close to him; si è lasciato convincere facilmente, he let himself be convinced easily // lasciati andare, (rilassati) let yourself go (o relax); dopo che lei lo ha abbandonato si è completamente lasciato andare, after she left him he let himself go completely; non lasciarti prendere dall'emozione, dal panico, don't let yourself get carried away, don't panic
    ◆ v.rifl.rec. to part, to leave* each other: si sono lasciati dopo nove anni di fidanzamento, they left each other after a nine-year engagement; si lasciarono all'alba, they parted at daybreak.
    ◆ FRASEOLOGIA: prendere o lasciare, take it or leave it // è meglio lasciare perdere, we'd better forget (o leave) it // ho deciso di lasciare correre, I decided to forget (o leave) it // lascia stare, non è affar tuo!, leave it, it's none of your business! // lasciare detto qlco. a qlcu., to leave a word with s.o. // la sua condotta lascia molto a desiderare, his behaviour leaves a lot to be desired // lascialo dire, let him talk // ''Com'è il tuo dolce?'' ''Si lascia mangiare'', ''What's your cake like?'' ''Not bad''.
    * * *
    [laʃ'ʃare]
    1. vt
    1) (gen) to leave

    devo lasciare l'università — I have to leave university, I have to give up university

    lasciare qn perplesso/confuso — to leave sb perplexed/confused

    2)

    (permettere) lasciare qn fare qc o che qn faccia qc — to let sb do sth, allow sb to do sth

    lascia stare o correre o perdere — let it drop, forget it

    3) (deporre: cose) to leave, deposit, (persone) to leave, drop (off)
    4) (dare, concedere) to give, let have
    5) (omettere) to leave out, forget
    6) (serbare) to leave, keep
    7)

    lasciare stare qn — to let sb be, leave sb alone

    lascia stare, ci penso io — leave it, I'll see to it

    lascialo stare, non vale la pena di arrabbiarsi — just ignore him, it's not worth getting annoyed

    lascia stare, offro io — it's all right, I'm paying o it's on me

    8)

    lasciarsi sfruttare — to let o.s. be exploited

    lasciarsi andare — to let o.s. go

    9)

    (fraseologia) lasciare in bianco — to leave blank

    lasciare (molto) a desiderare — to leave much o a lot to be desired

    lasciare detto o scritto (a qn) — to leave word (for sb)

    lasciare il segno (su qc) — to mark (sth), fig to leave one's o a mark (on sth)

    (uso reciproco) to part (from each other), (coniugi) to leave each other, split up

    si sono lasciati all'aeroporto — they left each other at the airport, they said goodbye at the airport

    * * *
    [laʃ'ʃare] 1.
    verbo transitivo
    1) (smettere di tenere) to let* go of [oggetto, corda]; (fare cadere) to drop
    2) (separarsi da) to leave* [persona, famiglia, fidanzato]
    3) (andare via da) to leave* [luogo, paese, ufficio]

    devo lasciarvi, ho una riunione — I must go now, I have a meeting

    4) (dimenticare) to leave* (behind), to forget* [ombrello, chiavi, portafoglio]
    5) (fare restare) to leave* [traccia, impronta]

    lasciare qcn. nel dubbio — to leave sb. in a state of uncertainty

    lasciare le cose come stanno — to leave well enough alone, to let the matter lie

    lasciare in pace qcn. — to leave sb. alone

    6) (rinunciare a) to leave* [lavoro, partito, azienda]; to leave*, to give* up [ studi]
    7) (cedere, prestare) to leave*

    lasciare il posto a qcn. — to let sb. have one's seat

    8) (affidare) to leave* (a qcn. with sb.)

    lasciare [qcs.] a qcn. — to give sb. [mancia, tempo, scelta]

    lasciare perplesso qcn. to puzzle sb.; mi lasciò indifferente it left me cold; lasciare libero un animale — to let an animal go

    12) (mantenere) to leave*

    lasciare la porta chiusa, una luce accesa — to leave the door shut, a light on

    lasciami qualcosa da mangiare — leave o keep me something to eat

    14) (in eredità) to leave* [denaro, proprietà]

    lasciare che qcn., qcs. faccia — to let sb., sth. do

    lasciare fare qcs. a qcn. — to let sb. do sth.

    lascia fare a me — leave it to me, let me (do that)

    lasciare cadere qcs. — to let sth. fall

    lascialo stare — leave him alone, let him be; (smettere di toccare)

    lascia stare quella bici — leave that bike alone; (lasciare perdere)

    no, lascia stare, pago io! — no, no it's my treat!

    lascia stare, è un fastidio troppo grosso — leave it, it's too much trouble

    2.
    verbo pronominale lasciarsi
    1) (separarsi) [ persone] to part; [ coppia] to split* up, to break* up

    -rsi da buoni amici, molto male — to part the best of friends, on angry terms

    - rsi sfuggire — to let slip, to come out with [frase, bestemmia]

    ••

    lasciar detto, scritto a qcn. che... — to give o leave sb. a message that...

    lasciarci una gamba, un mucchio di soldi — to lose an arm, a lot of money

    lasciar correre o perdere to let sth. pass; prendere o lasciare take it or leave it; -rsi qcs. alle spalle to leave sth. behind; lasciare a molto desiderare to leave much to be desired; -rsi andare to let oneself go; lasciare il segno [personaggio, avvenimento] to set one's stamp; lascia il tempo che trova — = it makes no difference

    * * *
    lasciare
    /la∫'∫are/ [1]
     1 (smettere di tenere) to let* go of [ oggetto, corda]; (fare cadere) to drop; lasciami! get off me!
     2 (separarsi da) to leave* [ persona, famiglia, fidanzato]
     3 (andare via da) to leave* [ luogo, paese, ufficio]; devo lasciarvi, ho una riunione I must go now, I have a meeting
     4 (dimenticare) to leave* (behind), to forget* [ ombrello, chiavi, portafoglio]
     5 (fare restare) to leave* [ traccia, impronta]; lasciami alla stazione drop me (off) at the station; lasciare qcn. nel dubbio to leave sb. in a state of uncertainty; lasciare le cose come stanno to leave well enough alone, to let the matter lie; lasciare in pace qcn. to leave sb. alone
     6 (rinunciare a) to leave* [ lavoro, partito, azienda]; to leave*, to give* up [ studi]
     7 (cedere, prestare) to leave*; lasciare il posto a qcn. to let sb. have one's seat
     8 (affidare) to leave* ( a qcn. with sb.)
     9 (dare) lasciare [qcs.] a qcn. to give sb. [ mancia, tempo, scelta]
     10 (rendere) lasciare perplesso qcn. to puzzle sb.; mi lasciò indifferente it left me cold; lasciare libero un animale to let an animal go
     11 (vendere) glielo lascio per 50 euro I'll let you have it for 50 euros
     12 (mantenere) to leave*; lasciare la porta chiusa, una luce accesa to leave the door shut, a light on
     13 (conservare) lasciami qualcosa da mangiare leave o keep me something to eat
     14 (in eredità) to leave* [ denaro, proprietà]
     15 (permettere) lasciare che qcn., qcs. faccia to let sb., sth. do; lasciare fare qcs. a qcn. to let sb. do sth.; lascia fare a me leave it to me, let me (do that); lasciare cadere qcs. to let sth. fall
     16 lasciare stare (non disturbare) lascialo stare leave him alone, let him be; (smettere di toccare) lascia stare quella bici leave that bike alone; (lasciare perdere) no, lascia stare, pago io! no, no it's my treat! lascia stare, è un fastidio troppo grosso leave it, it's too much trouble
    II lasciarsi verbo pronominale
     1 (separarsi) [ persone] to part; [ coppia] to split* up, to break* up; -rsi da buoni amici, molto male to part the best of friends, on angry terms
     2 (farsi) - rsi cullare dalle onde to be lulled by the waves; non è certo il tipo che si lascia fregare he won't be pushed around; - rsi sfuggire to let slip, to come out with [ frase, bestemmia]
     3 (abbandonarsi) - rsi andare alla disperazione to give in to despair
    lasciar detto, scritto a qcn. che... to give o leave sb. a message that...; lasciarci una gamba, un mucchio di soldi to lose an arm, a lot of money; lasciar correre o perdere to let sth. pass; prendere o lasciare take it or leave it; -rsi qcs. alle spalle to leave sth. behind; lasciare a molto desiderare to leave much to be desired; - rsi andare to let oneself go; lasciare il segno [ personaggio, avvenimento] to set one's stamp; lascia il tempo che trova = it makes no difference.

    Dizionario Italiano-Inglese > lasciare

  • 3 sciupare

    ( logorare) wear out
    salute ruin
    tempo, denaro waste, fritter away
    * * *
    sciupare v.tr.
    1 ( danneggiare) to damage, to harm; ( rovinare) to spoil*, to ruin: la pioggia mi ha sciupato le scarpe, the rain has spoilt my shoes; non sciuparti la salute, don't ruin your health; queste notizie ci hanno sciupato la serata, the news has spoilt our evening
    2 ( sprecare) to waste, to squander: sciupare tempo, denaro, to waste time, money; sciupare un patrimonio, to squander a fortune; non sciupare tanto gas, tanta acqua!, don't waste so much gas, so much water!; sciupare le forze, to waste one's strength.
    ◘ sciuparsi v.intr.pron.
    1 to spoil*, to get* spoilt, to get* damaged, to be spoilt: si sciupa a lasciarlo al sole, it gets spoilt if you leave it in the sun
    2 ( di salute) to get* run down, to wear* oneself out: ti sei un po' sciupato in questi giorni, you look a bit worn out (o run down) these days // si è sciupato a scrivermi due righe!, (fam. iron.) he has really strained himself dropping me a line!
    * * *
    [ʃu'pare]
    1. vt
    1) (rovinare) to ruin, spoil
    2) (sprecare: tempo, denaro) to waste, throw away, (occasione) to miss
    (rovinarsi) to get spoiled o ruined
    * * *
    [ʃu'pare] 1.
    verbo transitivo
    1) (rovinare) to spoil*, to ruin [ vestito]; to damage [ oggetto]
    2) (sprecare) to waste, to squander, to throw* away [tempo, cibo, talento]; to waste [occasione, denaro]
    3) fig. to spoil*, to ruin [ serata]
    2.
    verbo pronominale sciuparsi
    1) (rovinarsi) [ oggetto] to get* damaged; [ vestito] to get* spoiled, to get* ruined; [bellezza, colore] to fade; [ volto] to crumple
    2) (deperire) [ persona] to get* run down
    3) (sprecarsi) to strain oneself
    * * *
    sciupare
    /∫u'pare/ [1]
     1 (rovinare) to spoil*, to ruin [ vestito]; to damage [ oggetto]
     2 (sprecare) to waste, to squander, to throw* away [tempo, cibo, talento]; to waste [occasione, denaro]
     3 fig. to spoil*, to ruin [ serata]
    II sciuparsi verbo pronominale
     1 (rovinarsi) [ oggetto] to get* damaged; [ vestito] to get* spoiled, to get* ruined; [bellezza, colore] to fade; [ volto] to crumple
     2 (deperire) [ persona] to get* run down
     3 (sprecarsi) to strain oneself; non ti sei certo sciupato! you certainly didn't kill yourself!

    Dizionario Italiano-Inglese > sciupare

  • 4 status

    1.
    stătus, a, um, v. sisto.
    2.
    stătus, ūs, m. [sto and sisto].
    I.
    In a corporeal sense.
    A.
    Mode or way of standing, of holding one's body (at rest), posture, position, attitude, station, carriage; sing. and plur.: Ps. Statur hic ad hunc modum. Si. Statum vide hominis, Callipho, quasi basilicum, look at the way he stands, Plaut. Ps. 1, 5, 41:

    stat in statu senex ut adoriatur moechum,

    in an attitude of attack, ready, id. Mil. 4, 9, 12: concrepuit digitis, laborat;

    crebro conmutat status,

    his posture, id. ib. 2, 2, 51:

    qui esset status (videre vellem) flabellulum tenere te asinum tantum,

    what your attitude was, what figure you cut, in holding the fan, Ter. Eun. 3, 5, 50:

    in gestu status (oratoris erit) erectus et celsus, rarus incessus,

    attitude, Cic. Or. 18, 59:

    status quidem rectus sit, sed diducti paulum pedes,

    Quint. 11, 3, 159:

    abesse plurimum a saltatore debet orator... non effingere status quosdam, et quidquid dicet ostendere,

    id. 11, 3, 89:

    ut recta sint bracchia, ne indoctae rusticaeve manus, ne status indecorus,

    id. 1, 11, 16:

    stare solitus Socrates dicitur... immobilis, iisdem in vestigiis,

    Gell. 2, 1, 2:

    dumque silens astat, status est vultusque diserti,

    Ov. P. 2, 5, 51:

    statum proeliantis componit,

    Petr. 95 fin. —

    So of the pose of statues: non solum numerum signorum, sed etiam uniuscujusque magnitudinem, figuram, statum litteris definiri vides,

    Cic. Verr. 2, 1, 21, § 57:

    expedit saepe, ut in statuis atque picturis videmus, variari habitus, vultus, status,

    Quint. 2, 13, 8:

    ut illo statu Chabrias sibi statuam fieri voluerit. Ex quo factum est ut postea athletae his statibus in statuis ponendis uterentur,

    Nep. Chabr. 1, 3.—And of images in a dream:

    ubi prima (imago somni) perit, alioque est altera nata inde statu, prior hic gestum mutasse videtur,

    Lucr. 4, 772:

    (opp. motus, incessus) quorum (iratorum) vultus, voces, motus statusque mutantur,

    motions and postures, Cic. Off. 1, 29, 102:

    decorum istud in corporis motu et statu cernitur,

    id. ib. 1, 35, 126:

    habitus oris et vultūs, status, motus,

    id. Fin. 3, 17, 56; 5, 17, 47:

    in quibus si peccetur... motu statuve deformi,

    id. ib. 5, 12, 35:

    eo erant vultu, oratione, omni reliquo motu et statu, ut, etc.,

    id. Tusc. 3, 22, 53:

    status, incessus, sessio, accubatio... teneat illud decorum,

    id. Off. 1, 35, 129:

    in pedibus observentur status et incessus,

    the posture and gait, Quint. 11, 3, 124.—
    B.
    Of external appearance, manners, dress, and apparel:

    quoniam formam hujus cepi in me et statum, decet et facta moresque hujus habere me similis item,

    Plaut. Am. 1, 1, 111:

    redegitque se ad pallium et crepidas, atque in tali statu biennio fere permansit,

    Suet. Tib. 13.—
    C.
    Size, height, stature of living and inanimate beings (cf. statura;

    post-Aug.): pumilionem, quos natura brevi statu peractos, etc.,

    Stat. S. 1, 6, 58: longissimum... aratorem faciemus;

    mediastenus qualiscunque status potest esse,

    Col. 1, 9, 3:

    in gallinaceis maribus status altior quaeritur,

    id. 8, 2, 9; so id. 7, 9, 2; 7, 12 med.:

    plantae majoris statūs,

    Pall. Febr. 25, 20.—
    D.
    A position, place, in the phrase de statu movere, deicere, or statum conturbare, to displace, drive out, eject, expel, throw from a position (esp. of battle and combat):

    equestrem procellam excitemus oportet, si turbare ac statu movere (hostes) volumus,

    Liv. 30, 18, 14:

    nihil statu motus, cum projecto prae se clipeo staret, in praesidio urbis moriturum se... respondit,

    id. 38, 25: Manlius scutum scuto percussit atque statum Galli conturbavit (cf. the next sentence: atque de loco hominem iterum dejecit), Claud. Quadrig. ap. Gell. 9, 13, 16.—So, out of the military sphere, in order to avoid an attack:

    ea vis est... quae, periculo mortis injecto, formidine animum perterritum loco saepe et certo de statu demovet,

    Cic. Caecin. 15, 42.— Transf., of mental position, conviction, argument, etc.:

    saepe adversarios de statu omni dejecimus,

    Cic. Or. 37, 129:

    voluptas quo est major, eo magis mentem e suā sede et statu demovet,

    throws the mind off its balance, id. Par. 1, 3, 15.—Similarly: de statu deducere, recedere, from one's position or principles:

    fecerunt etiam ut me prope de vitae meae statu deducerent, ut ego istum accusarem,

    Cic. Verr. 2, 2, 4, § 10:

    neque de statu nobis nostrae dignitatis est recedendum, neque sine nostris copiis in alterius praesidia veniendum,

    id. Att. 1, 20, 2.—So, de statu suo declinare = moveri:

    neque dubito quin, suspitione aliquā perculsi repentinā, de statu suo declinarint,

    i. e. became unsettled, Cic. Clu. 38, 106:

    qui cum me firmissimis opibus... munire possim, quamvis excipere fortunam malui quam... de meo statu declinare,

    than abandon my position, id. Prov. Cons. 17, 41; cf.

    of the position of heavenly bodies: qui eodem statu caeli et stellarum nati sunt,

    aspect, id. Div. 2, 44, 92.
    II.
    Trop., condition, state, position, situation, circumstances.
    A.
    Of persons, condition in regard to public rights, political or civil status, any loss of which was a capitis deminutio (v. caput):

    capitis minutio est statūs permutatio,

    Gai. Dig. 4, 5, 1; id. Inst. 1, 159; cf. Dig. 4, 5, 11:

    quo quisque loco nostrum est natus... hunc vitae statum usque ad senectutem obtinere debet,

    Cic. Balb. 7, 18:

    ad quem proscripti confluebant. Quippe nullum habentibus statum quilibet dux erat idoneus,

    with regard to the civil death of the proscribed, Vell. 2, 72, 5:

    illorum salus omnibus accepta fuit... quia tam grati exoptatum libertatis statum recuperaverint,

    Val. Max. 5, 26:

    si statu periclitari litigator videtur,

    if his civil status seems in peril, Quint. 6, 1, 36:

    nec ulla tam familiaris est infelicibus patria quam solitudo et prioris statūs oblivio,

    i. e. the status of full citizenship, lost by banishment, Curt. 5, 5, 11:

    permanent tamen in statu servitutis,

    Suet. Gram. 21:

    vetuit quaeri de cujusquam defunctorum statu,

    id. Tit. 8 fin.:

    multorum excisi status,

    Tac. A. 3, 28: qui illegitime concipiuntur, statum sumunt ex eo tempore quo nascuntur, i. e. whether freemen or slaves, etc., Gai. Inst. 1, 89:

    cum servus manumittitur: eo die enim incipit statum habere,

    a civil status, Dig. 4, 5, 4:

    homo liber qui se vendidit, manumissus non ad suum statum revertitur, sed efficitur libertinae condicionis, i. e. that of an ingenuus,

    ib. 1, 5, 21:

    primo de personarum statu dicemus,

    civil status, ib. 1, 5, 2; so Titin. 5:

    de statu hominum (sometimes status used in the jurists absolutely with reference to freedom and slavery): si status controversiam cui faciat procurator, sive ex servitute in libertatem, etc.,

    Dig. 3, 3, 39, § 5; so ib. 3, 3, 33, § 1.—Similarly in the later jurists: status suus = aetas XXV. annorum, years of discretion:

    cum ad statum suum frater pervenisset,

    Dig. 31, 1, 77, § 19.—
    2.
    Condition and position with reference to rank, profession, trade, occupation, social standing, reputation, and character:

    an tibi vis inter istas vorsarier prosedas... quae tibi olant stabulum statumque?

    their trade, Plaut. Poen. 1, 2, 59:

    quod in civitatibus agnationibus familiarum distinguuntur status,

    the ranks of the families, Cic. Leg. 1, 7, 23:

    regum status decemviris donabantur,

    the rank of kings was assigned to the decemvirs, id. Agr. 1, 1, 2:

    cum alii rem ipsam publicam atque hunc bonorum statum odissent,

    the social position of the higher classes, id. Sest. 20, 46:

    non ut aliquid ex pristino statu nostro retineamus,

    id. Fam. 4, 4, 1:

    ecquis umquam tam ex amplo statu concidit?

    id. Att. 3, 10, 2:

    non enim jam quam dignitatem, quos honores, quem vitae statum amiserim cogito,

    id. ib. 10, 4, 1:

    quam (statuam) esse ejusdem status amictus, anulus, imago ipsa declarat,

    id. ib. 1, 1, 17:

    praesidium petebamus ex potentissimi viri benevolentiā ad omnem statum nostrae dignitatis,

    id. Q. Fr. 3, 8, 1: noster autem status est hic:

    apud bonos iidem sumus quos reliquisti, apud sordem, etc.,

    id. Att. 1, 16, 11:

    ego me non putem tueri meum statum ut neque offendam animum cujusquam, nec frangam dignitatem meam?

    maintain my character, id. Fam. 9, 16, 6:

    quos fortuna in amplissimo statu (i. e. regum) collocarat,

    Auct. Her. 4, 16, 23:

    tantam in eodem homine varietatem status,

    high and low position in life, ups and downs, Val. Max. 6, 9, 4:

    cum classiarios quos Nero ex remigibus justos milites fecerat, redire ad pristinum statum cogeret,

    Suet. Galb. 12:

    quaedam circa omnium ordinum statum correxit,

    id. Claud. 22:

    cum redieritis in Graeciam, praestabo ne quis statum suum vestro credat esse meliorem,

    social position, Curt. 5, 5, 22:

    omnis Aristippum decuit color et status et res,

    Hor. Ep. 1, 17, 23.—
    3.
    Condition in reference to prosperity, happiness or unhappiness, and health (mostly poet. and post-Aug.):

    at iste non dolendi status non vocatur voluptas,

    Cic. Fin. 2, 9, 28:

    neque hic est Nunc status Aurorae meritos ut poscat honores,

    Ov. M. 13, 594:

    flebilis ut noster status est, ita flebile carmen,

    id. Tr. 5, 1, 5:

    quid enim status hic a funere differt?

    id. P. 2, 3, 3:

    pejor ab admonitu fit status iste boni,

    id. ib. 1, 2, 54:

    his enim quorum felicior in domo status fuerat,

    Val. Max. 6, 8, 7:

    sin nostros status sive proximorum ingenia contemplemur,

    id. 6, 9 pr.:

    caelum contemplare: vix tamen ibi talem statum (i. e. felicitatis deorum) reperias,

    id. 7, 1, 1:

    haec quidem (vox) animi magnifici et prosperi status (fuit),

    id. 6, 5, ext. 4:

    obliti statūs ejus quem beneficio exuistis meo,

    Curt. 10, 2, 22:

    sumus in hoc tuo statu iidem qui florente te fuimus,

    i. e. distress, id. 5, 11, 5:

    res magna et ex beatissimo animi statu profecta,

    Sen. Ep. 81, 21: voverat, si sibi incolumis status (of health) permisisset, proditurum se... hydraulam, Suet. Ner. 54. —
    4.
    Condition, circumstances, in gen., of life or of the mind:

    homines hoc uno plurimum a bestiis differunt quod rationem habent, mentemque quae... omnem complectatur vitae consequentis statum,

    Cic. Fin. 2, 14, 45:

    facias me certiorem et simul de toto statu tuo consiliisque omnibus,

    id. Fam. 7, 10, 3:

    tibi declaravi adventus noster qualis fuisset, et quis esset status,

    id. Att. 4, 2, 1:

    quid enim ego laboravi, si... nihil consecutus sum ut in eo statu essem quem neque fortunae temeritas, neque, etc., labefactaret,

    id. Par. 2, 17:

    sed hoc videant ii qui nulla sibi subsidia ad omnes vitae status paraverunt,

    id. Fam. 9, 6, 4: atque is quidem qui cuncta composuit constanter in suo manebat statu (transl. of emeinen en tôi heautou kata tropon êthei, Plat. Tim. p. 42, c. Steph.), in his own state, being, Cic. Tim. 13:

    vitae statum commutatum ferre non potuit,

    Nep. Dion, 4, 4:

    id suis rebus tali in statu saluti fore,

    Curt. 5, 1, 5: haec sunt fulmina quae prima accepto patrimonio et in novi hominis aut urbis statu fiunt, in any new condition (when a stroke of lightning was considered an omen), Sen. Q. N. 2, 47.—Rarely of a state:

    libere hercle hoc quidem. Sed vide statum (i. e. ebrietatis),

    Plaut. Ps. 5, 2, 4.—Esp., in augury: fulmen status, a thunderbolt sent to one who is not expecting a sign, as a warning or suggestion, = fulmen monitorium:

    status est, ubi quietis nec agitantibus quidquam nec cogitantibus fulmen intervenit,

    Sen. Q. N. 2, 39, 2.—
    B.
    Of countries, communities, etc., the condition of society, or the state, the public order, public affairs.
    1.
    In gen.:

    Siciliam ita vexavit ac perdidit ut ea restitui in antiquum statum nullo modo possit,

    Cic. Verr. 1, 4, 12:

    nunc in eo statu civitas est ut omnes idem de re publicā sensuri esse videantur,

    id. Sest. 50, 106:

    omnem condicionem imperii tui statumque provinciae mihi demonstravit Tratorius,

    id. Fam. 12, 23, 1; so id. ib. 13, 68, 1:

    mihi rei publicae statum per te notum esse voluisti,

    id. ib. 3, 11, 4; so,

    status ipse nostrae civitatis,

    id. ib. 5, 16, 2:

    non erat desperandum fore aliquem tolerabilem statum civitatis,

    id. Phil. 13, 1, 2:

    sane bonum rei publicae genus, sed tamen inclinatum et quasi pronum ad perniciosissimum statum,

    id. Rep. 2, 26, 48:

    aliquo, si non bono, at saltem certo statu civitatis,

    id. Fam. 9, 8, 2:

    ex hoc qui sit status totius rei publicae videre potes,

    id. Q. Fr. 1, 2, 5, § 15: ex eodem de toto statu rerum communium [p. 1756] cognosces, id. Fam. 1, 8, 1:

    tamen illa, quae requiris, suum statum tenent, nec melius, si tu adesses, tenerent,

    id. ib. 6, 1, 1:

    non illi nos de unius municipis fortunis arbitrantur, sed de totius municipii statu, dignitate, etc., sententias esse laturos,

    id. Clu. 69, 196:

    ego vitam omnium civium, statum orbis terrae... redemi,

    id. Sull. 11, 33:

    Ti. Gracchum mediocriter labefactantem statum rei publicae,

    id. Cat. 1, 1, 3:

    eo tum statu res erat ut longe principes haberentur Aedui,

    Caes. B. G. 6, 12, 9:

    cum hoc in statu res esset,

    Liv. 26, 5, 1; so id. 32, 11, 1:

    eam regiam servitutem (civitatis) collatam cum praesenti statu praeclaram libertatem visam,

    id. 41, 6, 9:

    statum quoque civitatis ea victoria firmavit ut jam inde res inter se contrahere auderent,

    i. e. commercial prosperity, id. 27, 51:

    ut deliberare de statu rerum suarum posset,

    id. 44, 31:

    ut taedio praesentium consules duo et status pristinus rerum in desiderium veniant,

    id. 3, 37, 3:

    jam Latio is status erat rerum ut neque bellum neque pacem pati possent,

    id. 8, 13, 2:

    qui se moverit ad sollicitandum statum civitatis,

    internal peace, id. 3, 20, 8:

    omni praesenti statu spem cuique novandi res suas blandiorem esse,

    more attractive than any condition of public affairs, id. 35, 17:

    tranquillitatis status,

    Val. Max. 7, 2, 1:

    in sollicito civitatis statu,

    Quint. 6, 1, 16:

    principes regesque et quocumque alio nomine sunt tutores status publici,

    guardians of public order, Sen. Clem. 1, 4, 3: curis omnium ad formandum publicum statum a tam sollemni munere aversis, Curt, 10, 10, 9; so,

    ad formandum rerum praesentium statum,

    Just. 9, 5, 1:

    populo jam praesenti statu laeto,

    Suet. Caes. 50:

    ad componendum Orientis statum,

    id. Calig. 1:

    deploravit temporum statum,

    id. Galb. 10:

    ad explorandum statum Galliarum,

    id. Caes. 24:

    delegatus pacandae Germaniae status,

    id. Tib. 16: et omnia habet rerum status iste mearum ( poet., = reipublicae meae), Ov. M. 7, 509.—
    2.
    Esp., of the political sentiments of the citizens:

    a Maronitis certiora de statu civitatium scituros,

    Liv. 39, 27:

    ad visendum statum regionis ejus,

    id. 42, 17, 1:

    suas quoque in eodem statu mansuras res esse,

    id. 42, 29, 9:

    cum hic status in Boeotiā esset,

    id. 42, 56, 8.—
    3.
    Of the constitution, institutions, form of government, etc.:

    Scipionem rogemus ut explicet quem existimet esse optimum statum civitatis,

    Cic. Rep. 1, 20, 33; 1, 21, 34; 1, 46, 70;

    1, 47, 71: ob hanc causam praestare nostrae civitatis statum ceteris civitatibus,

    id. ib. 2, 1, 2:

    itaque cum patres rerum potirentur, numquam constitisse statum civitatis,

    the form of the government had never been permanent, id. ib. 1, 32, 49:

    in hoc statu rei publicae (decemvirali), quem dixi non posse esse diuturnum,

    id. ib. 2, 37, 62:

    providete ne rei publicae status commutetur,

    id. Har. Resp. 27, 60:

    eademque oritur etiam ex illo saepe optimatium praeclaro statu,

    aristocratic form of government, id. Rep. 1, 44, 68:

    ut totum statum civitatis in hoc uno judicio positam esse putetis,

    id. Fl. 1, 3:

    ut rei publicae statum convulsuri viderentur,

    id. Pis. 2, 4:

    pro meā salute, pro vestrā auctoritate, pro statu civitatis nullum vitae discrimen vitandum umquam putavit,

    id. Red. in Sen. 8, 20:

    cum hoc coire ausus es, ut consularem dignitatem, ut rei publicae statum... addiceres?

    id. ib. 7, 16:

    omnia quae sunt in imperio et in statu civitatis ab iis defendi putantur,

    id. Mur. 11, 24:

    intelleges (te habere) nihil quod aut hoc aut aliquo rei publicae statu timeas,

    id. Fam. 6, 2, 3:

    quod ad statum Macedoniae pertinebat,

    Liv. 45, 32, 2:

    ex commutatione statūs publici,

    Vell. 2, 35, 4:

    haec oblivio concussum et labentem civitatis statum in pristinum habitum revocavit,

    Val. Max. 4, 1, ext. 4:

    Gracchi civitatis statum conati erant convellere,

    id. 6, 3, 1 fin.:

    Cicero ita legibus Sullae cohaerere statum civitatis affirmat ut his solutis stare ipsa non possit,

    Quint. 11, 1, 85:

    qui eloquentiā turbaverant civitatium status vel everterant,

    id. 2, 16, 4:

    id biduum quod de mutando reipublicae statu haesitatum erat,

    Suet. Claud. 11:

    nec dissimulasse unquam pristinum se reipublicae statum restituturum,

    id. ib. 1:

    conversus hieme ad ordinandum reipublicae statum, fastos correxit, etc.,

    id. Caes. 40:

    tu civitatem quis deceat status Curas,

    what institutions, Hor. C. 3, 29, 25.—Hence,
    4.
    Existence of the republic:

    quae lex ad imperium, ad majestatem, ad statum patriae, ad salutem omnium pertinet,

    Cic. Cael. 29, 70 (= eo, ut stet patria, the country's existence):

    si enim status erit aliquis civitatis, quicunque erit,

    id. Fam. 4, 14, 4: status enim rei publicae maxime judicatis rebus continetur, the existence of the republic depends on the decisions of the courts, i. e. their sacredness, id. Sull. 22, 63. —
    C.
    In nature, state, condition, etc.:

    incolumitatis ac salutis omnium causā videmus hunc statum esse hujus totius mundi atque naturae,

    Cic. Or. 3, 45, 178:

    ex alio alius status (i. e. mundi) excipere omnia debet,

    Lucr. 5, 829:

    ex alio terram status excipit alter,

    id. 5, 835:

    est etiam quoque pacatus status aëris ille,

    id. 3, 292:

    non expectato solis ortu, ex quo statum caeli notare gubernatores possent,

    Liv. 37, 12, 11:

    idem (mare) alio caeli statu recipit in se fretum,

    Curt. 6, 4, 19:

    incertus status caeli,

    Col. 11, 2:

    pluvius caeli status,

    id. 2, 10:

    mitior caeli status,

    Sen. Oedip. 1054.—
    D. 1.
    In gen.:

    atque hoc loquor de tribus his generibus rerum publicarum non perturbatis atque permixtis, sed suum statum tenentibus,

    preserving their essential features, Cic. Rep. 1, 28, 44.—Hence,
    2.
    Esp. in rhet. jurisp.
    (α).
    The answer to the action (acc. to Cic., because the defence: primum insistit in eo = the Gr. stasis):

    refutatio accusationis appellatur Latine status, in quo primum insistit quasi ad repugnandum congressa defensio,

    Cic. Top. 25, 93; so,

    statu (sic enim appellamus controversiarum genera),

    id. Tusc. 3, 33, 79:

    statum quidam dixerunt primam causarum conflictionem,

    Quint. 3, 6, 4; cf. Cic. Part. Or. 29, 102.—
    (β).
    The main question, the essential point:

    quod nos statum id quidam constitutionem vocant, alii quaestionem, alii quod ex quaestione appareat, Theodorus caput, ad quod referantur omnia,

    Quint. 3, 6, 2:

    non est status prima conflictio, sed quod ex primā conflictione nascitur, id est genus quaestionis,

    the kind, nature of the question, id. 3, 6, 5; cf. the whole chapter.—
    E.
    In gram., the mood of the verb, instead of modus, because it distinguishes the conceptions of the speaker:

    et tempora et status,

    tenses and moods, Quint. 9, 3, 11:

    fiunt soloecismi per modos, sive cui status eos dici placet,

    id. 1, 5, 41.
    ► For statu liber, v.
    statuliber.

    Lewis & Short latin dictionary > status

  • 5 colloco

    col-loco, āvī, ātum, āre (con u. loco), einem Ggstde. seinen Platz geben, seinen Platz anweisen, I) im allg., wo Platz nehmen lassen, wo ausstellen, niederstellen, niedersetzen, niederlegen, wo hinstellen, hinsetzen, hinlegen, im Zshg. auch bl. stellen, jetzen, legen, 1) eig.: a) übh.: α) lebl. Objj.: saxa atque materiam disponere collocareque, Quint. 7. praef. § 1: armamenta, an den Mastbaum hängen, Liv. 33, 48, 8: sidera (am Himmel), Cic. Tim. 30: lecticas, Cic. Phil. 5, 18. – m. dopp. Acc., eam materiam conversam ad hostem collocabat, Caes. b. G. 3, 29, 1. – m. Advv. wie? columnas neque recte neque e regione, Cic. ad Q. fr. 3, 1, 1. § 2: tabulas et signa propalam, Cic. de or. 1, 160: sellam curulem perverse, Suet. Galb. 18, 3. – m. Advv. wo? ubi tigna collocentur, Caes. b. c. 2, 10, 3. – m. in u. Akk.: in tabernam vasa et servos, Plaut. Men. 986. – m. in u. Abl., suo quidque in loco, Cic. de or. 1, 162: magni ponderis saxa et praeacutas trabes in muro, Caes. b. G. 2, 29, 3: trabes directas in solo, ibid. 7, 23, 1: tabulas bene pictas in bono lumine, Cic. Brut. 261: u. (im Bilde) benefacta in luce, nicht unter den Scheffel stellen, Cic. Tusc. 2, 64: alqd in conspectu quodam modo, Quint. 7, 1, 4. – m. a. Praepp., alqd ad ignem, Vitr. 1, 6, 2: onerarias naves ordine duplice ad ancoras, Suet. Cal. 19, 1: simulacrum Victoriae ante ipsam Minervam, Caes. b. c. 3, 105, 2: fasces stramentorum ac virgultorum ante aciem, Hirt. b. G. 8, 15, 5: epistulam inter tuniculam ac strofium, Turpil. com. 197: lecticam pro tribunali, Suet. Aug. 33, 1: alqd iuxta sedentem hominem, Cels. 6, 9: super genua sua coxas alcis, Cels. 7, 26. no. 2: totas tunicas extra scrotum, Cels. 7, 21. no. 2: testiculum super ventrem cum duabus suis tunicis, Cels. 7, 19. – m. bl. Abl., oculos pennis, auf das Gefieder fetzen, Ov. met. 1, 723: similes notas quinto quoque loco, Cornif. rhet. 3, 31. – β) leb. Objj., sowohl aufstellen, eos (sie = ihre Statuen) in illo loco atque in rostris, Cic. Sest. 83. – als setzen, stellen, legen, sich setzen (legen, lagern) lassen, sitzen (liegen) lassen, puellulam, Catull. 61, 188: iubeo hominem tolli et conlocari et confoveri, Afran. com. 143 sq. – m. dopp. Acc., alqm aut pronum aut supinum, Cels. 8, 20. § 20. – m. in u. Akk. od. Abl., se in arborem, Plaut. aul. 706: alqm in ventrem, in latus, Cels. 7, 27; 8, 20: se in locum celsum, Acc. tr. 437: se in sedes regias, Liv. Andr. tr. 10: alqm in lectum, Ter. eun. 593 (gegen cod. B mit den übrigen Hdschrn.): alqm in lecto, Cels. 5, 26. no. 25: alqm in lecto suo, Cic. de rep. 1, 17: alqm in medio lecto, in imo lecto, Sen. de const. sap. 10, 2: alqm in conclavi, Cels. 7, 29: alqm in cubili, Cic. Tusc. 2, 39: hominem od. corpus in sedili, Cels. 8, 12 u. 15: alqm in loco tepido, Cels. 8, 4: alqm suis manibus in curru, Cic. Rosc. Am. 98: cuius et parentis sui manibus in navi tuta ac fideli collocatus (gebracht), Cic. Planc. 97: corpus (Augusti) in vestibulo domus, niedersetzen (ausstellen), Suet. Aug. 100, 2: u. so reliquias eius in hortis Domitiae, Capit. Anton. Pius 5, 1. – m. a. Praepp., alqm super se, Suet. Aug. 43, 4: alqm super pulpitum, Suet. Cal. 54, 2: alqm infra se, Suet. Cal. 24, 1: alqm iuxta se latere dextro, Suet. Ner. 13, 2: alqm iuxta se in sella, Eutr. 4, 7: alqos circa se, Suet. Tit. 9, 2: u. (zugl. m. dopp. Acc.) alqm resupinum super subsellium aut lectum, Cels. 7, 26: alqm super id scamnum aut pronum aut supinum aut in latus, Cels. 8, 20. – m. bl. Abl. wo? hominem loco calido, Cels. 5, 27. no. 3: homo collocatur alto sedili, medicus autem humiliore adversus, Cels. 8, 10, 2. – m. Abl. wie? corpus alio quo modo collocatum est, Cels. 7, 18: tum is super duorum genua eodem modo collocatur, Cels. 7, 26. no. 2: collocari quoque membrum quod ictum est ratione certā debet, Cels. 5, 26. no. 28. – b) als milit. t. t., aufstellen, α) lebl. Objj.: impedimenta, Liv. 44, 37, 1: currus ita, ut etc., Caes. b. G. 4, 33, 2: impedimenta in tumulo quodam, Caes. b. G. 6, 8, 3: post eas (legiones) totius exercitus impedimenta, Caes. b. G. 2, 19, 3: naves Rhodias in dextro cornu, Auct. b. Alex. 14, 1: tormenta quibusdam locis contra facillimos descensus, aufpflanzen, Hirt. b. G. 8, 40, 4: u. so ballistas scorpionesque ante frontem castrorum contra oppidum, Auct. b. Afr. 56, 2. – β) leb. Objj.: certa subsidia, Caes. b. G. 2, 22, 1: praesidia, Sall. Cat. 45, 2: aciem triplicem, Auct. b. Afr. 81, 1. – m. in u. Abl., praesidia in litore, Nep. Hann. 11, 4, od. in angustiis, Caes. b. c. 1, 65, 4: duas legiones et omnia auxilia in summo iugo, Caes. b. G. 1, 24, 2: equitem in utroque cornu, Frontin. 2, 3, 20: milites in muro custodiae causā, Caes. b. c. 1, 28, 3: insidias bipertito in silvis, Caes. b. G. 5, 32, 1: pedestres copias in convalle in insidiis, Caes. b. G. 3, 20, 4: in cella Concordiae armatos, latrones, sicarios, Cic. Phil. 5, 18. – m. a. Praepp., equitatum omnem ab lateribus extra fossam, Auct. b. Alex. 38, 3: alci insidias ante fundum suum, Cic. Mil. 27: in prima acie ante signa elephantos, Liv. 27, 48, 5: certos apud latera, Sall. hist. fr. inc. 53 (19): legionem in occulto citra flumen, Frontin. 1, 6, 2: copias in statione pro castris, Caes. b. G. 5, 15, 3: pro vallo legiones instructas, Hirt. b. G. 8, 15, 3: post terga peditum equitatum, Frontin. 2, 5, 37: legiones propius Armeniam, Tac. ann. 13, 7. – m. bl. Abl., eos eodem loco in acie (in Schl.), Caes. b. c. 2, 33, 4: armatos in praesidiis (auf milit. Posten) multis locis (an v. O.), Cic. Phil. 1, 25: certis locis cum ferro homines, Cic. Caecin. 41: quod quo loco collocati fuerant, non potuissent videre, Cic. Cael. 65. – m. Ang. gegen wen? cohortes legionarias quattuor advorsum pedites hostium, Sall. Iug. 51, 3. – m. Ang. wozu? alqm ad hanc rem, Cic. Cael. 64: alqm ad Cn. Pompeium interimendum, Cic. Pis. 28; vgl. Cic. Mil. 18.

    2) übtr.: a) übh. wohin stellen, setzen, legen, multa in pectore suo conlocare oportet, er muß viele Dinge im Kopfe haben, Plaut. Pers. 8: vide, causam illorum superiore collocarit ne loco, Lucil. sat. 16, 97: res eae, quae agentur aut dicentur, suo loco collocandae, Cic. de off. 1, 142: in animis ego vestris omnes triumphos meos, omnia ornamenta honoris condi et collocari volo, wünsche ich treu bewahrt zu wissen, Cic. Cat. 3, 26: omnium longitudinum et brevitatum in sonis sicut acutarum graviumque vocum iudicium ipsa natura in auribus nostris collocavit, Cic. or. 173. – b) in einen Zustand, Verhältnis, in eine Lage bringen, versetzen, se in opus, Plaut. Vid. fr. 2, 20 St.: in otium, Plaut. merc. 553: alqm in soporem (in den Todesschlaf), Plaut. Amph. 304: rem alcis in tuto, sicher stellen, Ter. heaut. 689 u. 695: famam in tuto, Quint. 12, 11, 7: alqm in tuto, Cic. har. resp. 53. – c) etw. in etw. od. jmd. setzen, auf etw. od. jmd. bauen, beruhen lassen, non modo in causa, verum in aliquo honesto praesidio aut in alicuius eloquentia aut gratia spem aliquam, Cic. I. Verr. 9: in alqo magnam spem dignitatis suae, Cic. de or. 1, 25: spem salutis in fuga, Auct. b. Alex. 29, 5: omnes bene vivendi rationes in virtute, Cornif. rhet. 4, 24: omnia sunt collocata in usu cotidiano, in congressione hominum atque in foro, alles beruht auf usw., Cic. de or. 1, 192. – d) eine Zeit od. eine Tätigkeit auf etwas verwenden, gerichtet sein lassen, adulescentiam suam in amore atque in voluptatibus, Cic. Cael. 39: omne suum studium in doctrina et sapientia, Cic. ad Q. fr. 1, 1, 10. § 29. – refl. se coll. in alqa re, sich auf etw. legen, einer Sache sich hingeben, totum se coll. in alqa re, sich in etw. vertiefen, palam sese in meretricia vita, Cic. Cael. 49: totum se in cognitione et scientia, Cic. de off. 1, 158: totum se in optimo vitae statu exquirendo, Cic. Tusc. 5, 2. – e) schriftl. anbringen, beibringen, de cuius moderatione atque sapientia in prioribus libris satis collocavi, Tac. ann. 6, 27.

    II) insbes.: 1) eig.: a) lebl. Objj.: α) in einer gewissen Ordnung aufstellen, aufrichten, errichten, anlegen, aufschlagen, statuam, Quint. 7. pr. § 2: signum (lovis), Cic. Cat. 3, 21: tu (Libertam deam) domi meae conlocasti, Cic. de domo 102: aedificia, Hermog. dig. 1, 1, 5: moenia, Vitr. 1, 5, 1: sedes ac domicilium, Cic. Verr. 2, 6. – m. Adv. (wo?), illa pars litoris, ubi iste castra luxuriae collocarat, Cic. Verr. 5, 96. – m. in u. Abl., tabernaculum sibi in campo Martio, Cic. Pis. 61: in ipso aditu atque ore portus tabernacula carbaseis velis intenta, Cic. Verr. 5, 30 u. (im Bilde) in una philosophia quasi tabernaculum vitae suae, Cic. de or. 3, 77. – m. a. Praepp., oppidum ad eius regionem et partem castrorum collocatum (gelegen), Auct. b. Afr. 68, 1: tribunal suum iuxta C. Trebonii, praetoris urbani, sellam, Caes. b. c. 3, 20, 1. – m. bl. Abl., castella locis idoneis, Auct. b. Alex. 61, 5. – β) eine Kleidung zurechtlegen, ordnen, chlamydem, ut pendeat apte, Ov. met. 2, 734. – γ) ein Glied einrichten, coxam parum apte, Plin. ep. 2, 1, 5: maxillam in sedem suam, Cels. 8, 7. – b) leb. Wesen: α) eine Pers. irgendwo einsetzen, einlegen, unterbringen, einquartieren, ihren Sitz (Wohnsitz) nehmen lassen od. anweisen, ansiedeln, wohin verlegen, versetzen, stationieren, comites eius apud ceteros hospites, Cic. II. Verr. 1, 63: se Athenis, sich niederlassen, Cic. de fin. 5, 2, 4: regem Ptolemaide aut aliquo propinquo loco, Cic. ep. 1, 7, 4: in eius tetrarchia unum ex Graecis comitibus suis, Cic. Phil. 2, 94: Herculem in concilio caelestium, Cic. de off. 3, 5, 25: alqm inter astra, Schol. Bern. ad Verg. georg. 1, 33. p. 848: inter sidera, Hyg. astr. 2, 4 u. 2, 13. Serv. Verg. Aen. 1, 28: inter astra caprae figurā memoriae causā, Hyg. astr. 2, 13: scherzh., strumae ab ore improbo demigrarunt et aliis iam se locis collocarunt (haben sich einlogiert, festgesetzt), Cic. Vat. 39. – Boios ibi, Caes. b. G. 7, 9, 6: Boios in finibus suis, Caes. b. G. 1, 28, 5: gentem Allobrogum in vestigiis huius urbis atque in cinere deflagrati imperii, Cic. Cat. 4, 12: Suebos in proximis Rheno agris, Suet. Aug. 21: colonias idoneis in locis, Cic. agr. 2, 73: multitudinem in agris, Nep. Milt. 2, 1: Ubios super ipsam Rheni ripam, Tac. Germ. 28 extr.: quo bello XL captivorum milia ex Germania transtulit et supra Rhenum in Gallia collocavit, Eutr. 7, 9: veteranos municipalibus agris, Suet. Aug. 13, 3: im Bilde, Socrates philosophiam devocavit e caelo et in urbibus collocavit, Cic. Tusc. 5, 10. – als milit. t. t., wo stationieren, hinlegen, einquartieren, Quartier nehmen lassen, ibi praesidium, Caes. b. G. 1, 38, 7: ibi legiones XIV et VI, Hirt. b. G. 8, 4, 3: exercitum in provinciam, quae proxima est Numidiae hiemandi causā, Sall. Iug. 61, 2: quattuor legiones in Belgio, Hirt. b. G. 8, 46, 4: exercitum in hibernis, Caes. b. G. 5, 24, 1: exercitum in (bei) Aulercis Lexoviisque in hibernis, Caes. b. G. 3, 29, 3: legionem non longe a finibus Aeduorum in finibus Biturigum, Hirt. b. G. 8, 2, 1: Gaium Fabium legatum et L. Minucium Basilum cum legionibus duabus in Remis, Caes. b. G. 7, 70, 5: singulas cohortes Puteolis et Ostiae, Suet. Claud. 25, 2: classem Miseni, Suet. Aug. 49, 1. – β) jmd. in ein Besitztum einsetzen, einweisen, alqm in aedibus suis, Cic. de dom. 100: alqm in patrimonio suo, Cic. Phil. 13, 12: familiam suam in possessione praediorum eius, seine F. von ihren Gütern Besitz ergreifen lassen, Cic. Flacc. 72: alqm in maiorum suorum regno, Cic. de or. 3, 126. – 2) übtr.: a) in irgend eine Stellung einsetzen, setzen, unter eine Klasse u. dgl. versetzen, alqm in amplissimo statu, Cornif. rhet. 4, 23: alqm hoc in gradu (dignitatis), Cic. Acad. 2, 16: alqm in amplissimo consilio et in altissimo gradu dignitatis, Cic. post red. in sen. 2: alqm in sede ac domo atque in re publica, jmdm. Haus u. Hof u. eine Stellung im Staate geben, Cic. parad. 3, 25: in quibus tuas virtutes consecratas et in deorum numero collocatas vides, in denen du deine Verdienste ganz vergöttert siehst, Cic. ad Q. fr. 1, 1, 10. § 31: m. dopp. Acc., quos centuriones pugnaces et lacer tosos (als streitsüchtige u. handfeste Z.) inter militorum et mimarum greges collocavit, Cic. Phil. 8, 26. – b) ein Mädchen als Frau, in den Ehestand einsetzen, anbringen, verheiraten, alqam in matrimonium, Cic. de div. 1, 104. Marc. dig. 23, 2, 19: alqam alci in matrimonium, Gaius inst. 2. § 235 u. 238: alqam in matrimonio, Scaevol. dig. 26, 1, 77 (79). § 1: alqam in matrimonio stabili et certo, Cic. Phil. 2, 44: virgines in amplissimarum familiarum matrimoniis, Cic. de rep. 1, 12: alqam nuptui, Hyg. fab. 257: alqam in dignam se condicionem, Plaut. trin. 159: alqam sine dote nuptum, Plaut. trin. 735: alqam nuptum intra legitimum tempus, Ulp. dig. 3, 2, 11. § 1: alqam alci nuptum, Paul. dig. 23, 2, 59: sororem ex matre et propinquas suas nuptum in alias civitates, Caes. b. G. 1, 18, 7: filiam minorem nuptum (al. nuptui) in dimidia parte reliqui agri, Col. 4, 3, 6: u. bl. coll. alcis filio filiam suam, Cic. Brut. 98: alci virginem filiam, Nep. Att. 19, 4: alci filiam, Tac. Agr. 9: alci uxorem suam, Suet. Caes. 21: matrem in Biturigibus homini nobilissimo, Caes. b. G. 1, 18, 6: u. bl. coll. filiam, Tac. ann. 4, 39. Iustin. 9, 6, 2; u. im Passiv, cum virgo amici nubilis propter paupertatem collocari non posset, Nep. Epam. 3, 5: ut filiae eius de communi aerario dotibus datis collocarentur, Nep. Arist. 3, 3. – c) lebl. Objj.: α) ( als t. t., der Geschäftsspr.) Geld usw. auf etw. (bes. auf Ländereien) anlegen, anbringen, unterbringen, in etw. stecken, dotem in eo fundo, Cic. Caecin. 11: duas patrimonii partes in solo, Suet. Tib. 48, 1: duas fenoris partes in agris per Italiam, Tac. ann. 6, 17: pecuniam in praediis c., Cic. Caecin. 16: pecunias levioribus usuris mutuatum graviore fenore c., Suet. Aug. 39: pecunias suas in emptiones praediorum, Gaius dig. 17, 1, 2. § 6: pecuniam idoneis nominibus, Marc. dig. 35, 2, 89: pecunias magnas collocatas habere in ea provincia (in dieser Pr.), Cic. de imp. Pomp. 18: nusquam posse eam (pecuniam) melius collocari, Cic. Caecin. 5, 15: u. bl. coll. pecuniam, Cic. de off. 2, 87: pecunias, Cic. de off. 2, 12, 42: pecunias publicas, Trai. in Plin. ep. 10, 55 (63). – dah. im weitern Sinne übh. auf etw. anlegen, verwenden, für etw. verbrauchen, miliens sestertium in munificentia (zu freigebigen Zwecken), Tac. ann. 6, 45: patrimonium in rei publicae salute, Cic. Phil. 3, 2, 3: bene apud alqm tam multa pretia ac munera, Cic. Verr. 5, 56: melius apud bonos quam apud fortunatos beneficium collocari puto, Cic. de off. 2, 70: male c. bonas horas, Mart. 1, 113, 3: in me recipio, te ea, quae fecisti Mescinii causā quaeque feceris, ita bene collocaturum, ut ipse iudices etc., Cic. ep. 13, 28, 3: aedilitas recte collocata, an den rechten Mann gebracht, Cic. Verr. 5, 37. – β) in die gehörige Stellung, Verbindung bringen, so u. so stellen, zusammenstellen, verbinden, anordnen, αα) als rhet. t. t. Worte, verba apte, Quint. 8. prooem. § 26: verba opportune proprieque aut secus, Quint. 10, 2, 13: fortius vero quî incompositum potest esse quam vinctum et bene collocatum? Quint. 9, 4, 6: male collocatum κακοσύνθετον vocant, Quint. 8, 3, 59: propria verba et ordine collocata, Quint. 9, 1, 7: verba diligenter collocata, Cic. or. 227: non modo ut sint ordine collocati (census), sed ut inter se iuncti etc., Quint. 7, 10, 16: est et in nominibus ex diverso collocatis sua gratia, Quint. 9, 3, 86: verba et eligendi et collocandi ratio, Quint. 10, 1, 4: ratio collocandi, Cic. part. or. 11: varii sunt ordines collocandi, Cic. part. or. 12: C. F. Quid sequitur igitur? CP. Cum inveneris, collocare, Cic. part. or. 9: verba collocata, die Worte in ihrer Verbindung zu Sätzen (Ggstz. verba singula), Cic. or. 81 u. 134. – ββ) bürgerl. u. polit. Zustände einrich ten, anordnen, Anordnungen treffen für usw., nuptias, Poëta com. bei Cic. de or. 3, 319: res, Caes. b. G. 3, 4, 1. Auct. b. Alex. 33, 6: rem militarem, Cic. ep. 2, 13, 3: civitatis statum, Cic. ep. ad Brut. 1, 15, 12.

    lateinisch-deutsches > colloco

  • 6 colloco

    col-loco, āvī, ātum, āre (con u. loco), einem Ggstde. seinen Platz geben, seinen Platz anweisen, I) im allg., wo Platz nehmen lassen, wo ausstellen, niederstellen, niedersetzen, niederlegen, wo hinstellen, hinsetzen, hinlegen, im Zshg. auch bl. stellen, jetzen, legen, 1) eig.: a) übh.: α) lebl. Objj.: saxa atque materiam disponere collocareque, Quint. 7. praef. § 1: armamenta, an den Mastbaum hängen, Liv. 33, 48, 8: sidera (am Himmel), Cic. Tim. 30: lecticas, Cic. Phil. 5, 18. – m. dopp. Acc., eam materiam conversam ad hostem collocabat, Caes. b. G. 3, 29, 1. – m. Advv. wie? columnas neque recte neque e regione, Cic. ad Q. fr. 3, 1, 1. § 2: tabulas et signa propalam, Cic. de or. 1, 160: sellam curulem perverse, Suet. Galb. 18, 3. – m. Advv. wo? ubi tigna collocentur, Caes. b. c. 2, 10, 3. – m. in u. Akk.: in tabernam vasa et servos, Plaut. Men. 986. – m. in u. Abl., suo quidque in loco, Cic. de or. 1, 162: magni ponderis saxa et praeacutas trabes in muro, Caes. b. G. 2, 29, 3: trabes directas in solo, ibid. 7, 23, 1: tabulas bene pictas in bono lumine, Cic. Brut. 261: u. (im Bilde) benefacta in luce, nicht unter den Scheffel stellen, Cic. Tusc. 2, 64: alqd in conspectu quodam modo, Quint. 7, 1, 4. – m. a. Praepp., alqd ad ignem, Vitr. 1, 6, 2: onerarias naves ordine duplice ad ancoras, Suet. Cal. 19, 1: simulacrum Victoriae ante ipsam Minervam, Caes.
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    b. c. 3, 105, 2: fasces stramentorum ac virgultorum ante aciem, Hirt. b. G. 8, 15, 5: epistulam inter tuniculam ac strofium, Turpil. com. 197: lecticam pro tribunali, Suet. Aug. 33, 1: alqd iuxta sedentem hominem, Cels. 6, 9: super genua sua coxas alcis, Cels. 7, 26. no. 2: totas tunicas extra scrotum, Cels. 7, 21. no. 2: testiculum super ventrem cum duabus suis tunicis, Cels. 7, 19. – m. bl. Abl., oculos pennis, auf das Gefieder fetzen, Ov. met. 1, 723: similes notas quinto quoque loco, Cornif. rhet. 3, 31. – β) leb. Objj., sowohl aufstellen, eos (sie = ihre Statuen) in illo loco atque in rostris, Cic. Sest. 83. – als setzen, stellen, legen, sich setzen (legen, lagern) lassen, sitzen (liegen) lassen, puellulam, Catull. 61, 188: iubeo hominem tolli et conlocari et confoveri, Afran. com. 143 sq. – m. dopp. Acc., alqm aut pronum aut supinum, Cels. 8, 20. § 20. – m. in u. Akk. od. Abl., se in arborem, Plaut. aul. 706: alqm in ventrem, in latus, Cels. 7, 27; 8, 20: se in locum celsum, Acc. tr. 437: se in sedes regias, Liv. Andr. tr. 10: alqm in lectum, Ter. eun. 593 (gegen cod. B mit den übrigen Hdschrn.): alqm in lecto, Cels. 5, 26. no. 25: alqm in lecto suo, Cic. de rep. 1, 17: alqm in medio lecto, in imo lecto, Sen. de const. sap. 10, 2: alqm in conclavi, Cels. 7, 29: alqm in cubili, Cic. Tusc. 2, 39: hominem od. corpus in sedili, Cels. 8, 12 u. 15: alqm in loco tepido, Cels. 8, 4: alqm suis manibus in curru, Cic. Rosc.
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    Am. 98: cuius et parentis sui manibus in navi tuta ac fideli collocatus (gebracht), Cic. Planc. 97: corpus (Augusti) in vestibulo domus, niedersetzen (ausstellen), Suet. Aug. 100, 2: u. so reliquias eius in hortis Domitiae, Capit. Anton. Pius 5, 1. – m. a. Praepp., alqm super se, Suet. Aug. 43, 4: alqm super pulpitum, Suet. Cal. 54, 2: alqm infra se, Suet. Cal. 24, 1: alqm iuxta se latere dextro, Suet. Ner. 13, 2: alqm iuxta se in sella, Eutr. 4, 7: alqos circa se, Suet. Tit. 9, 2: u. (zugl. m. dopp. Acc.) alqm resupinum super subsellium aut lectum, Cels. 7, 26: alqm super id scamnum aut pronum aut supinum aut in latus, Cels. 8, 20. – m. bl. Abl. wo? hominem loco calido, Cels. 5, 27. no. 3: homo collocatur alto sedili, medicus autem humiliore adversus, Cels. 8, 10, 2. – m. Abl. wie? corpus alio quo modo collocatum est, Cels. 7, 18: tum is super duorum genua eodem modo collocatur, Cels. 7, 26. no. 2: collocari quoque membrum quod ictum est ratione certā debet, Cels. 5, 26. no. 28. – b) als milit. t. t., aufstellen, α) lebl. Objj.: impedimenta, Liv. 44, 37, 1: currus ita, ut etc., Caes. b. G. 4, 33, 2: impedimenta in tumulo quodam, Caes. b. G. 6, 8, 3: post eas (legiones) totius exercitus impedimenta, Caes. b. G. 2, 19, 3: naves Rhodias in dextro cornu, Auct. b. Alex. 14, 1: tormenta quibusdam locis contra facillimos descensus, aufpflanzen, Hirt. b. G. 8, 40, 4: u. so ballistas scorpionesque ante frontem
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    castrorum contra oppidum, Auct. b. Afr. 56, 2. – β) leb. Objj.: certa subsidia, Caes. b. G. 2, 22, 1: praesidia, Sall. Cat. 45, 2: aciem triplicem, Auct. b. Afr. 81, 1. – m. in u. Abl., praesidia in litore, Nep. Hann. 11, 4, od. in angustiis, Caes. b. c. 1, 65, 4: duas legiones et omnia auxilia in summo iugo, Caes. b. G. 1, 24, 2: equitem in utroque cornu, Frontin. 2, 3, 20: milites in muro custodiae causā, Caes. b. c. 1, 28, 3: insidias bipertito in silvis, Caes. b. G. 5, 32, 1: pedestres copias in convalle in insidiis, Caes. b. G. 3, 20, 4: in cella Concordiae armatos, latrones, sicarios, Cic. Phil. 5, 18. – m. a. Praepp., equitatum omnem ab lateribus extra fossam, Auct. b. Alex. 38, 3: alci insidias ante fundum suum, Cic. Mil. 27: in prima acie ante signa elephantos, Liv. 27, 48, 5: certos apud latera, Sall. hist. fr. inc. 53 (19): legionem in occulto citra flumen, Frontin. 1, 6, 2: copias in statione pro castris, Caes. b. G. 5, 15, 3: pro vallo legiones instructas, Hirt. b. G. 8, 15, 3: post terga peditum equitatum, Frontin. 2, 5, 37: legiones propius Armeniam, Tac. ann. 13, 7. – m. bl. Abl., eos eodem loco in acie (in Schl.), Caes. b. c. 2, 33, 4: armatos in praesidiis (auf milit. Posten) multis locis (an v. O.), Cic. Phil. 1, 25: certis locis cum ferro homines, Cic. Caecin. 41: quod quo loco collocati fuerant, non potuissent videre, Cic. Cael. 65. – m. Ang. gegen wen? cohortes legionarias quattuor advorsum pedites hostium, Sall.
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    Iug. 51, 3. – m. Ang. wozu? alqm ad hanc rem, Cic. Cael. 64: alqm ad Cn. Pompeium interimendum, Cic. Pis. 28; vgl. Cic. Mil. 18.
    2) übtr.: a) übh. wohin stellen, setzen, legen, multa in pectore suo conlocare oportet, er muß viele Dinge im Kopfe haben, Plaut. Pers. 8: vide, causam illorum superiore collocarit ne loco, Lucil. sat. 16, 97: res eae, quae agentur aut dicentur, suo loco collocandae, Cic. de off. 1, 142: in animis ego vestris omnes triumphos meos, omnia ornamenta honoris condi et collocari volo, wünsche ich treu bewahrt zu wissen, Cic. Cat. 3, 26: omnium longitudinum et brevitatum in sonis sicut acutarum graviumque vocum iudicium ipsa natura in auribus nostris collocavit, Cic. or. 173. – b) in einen Zustand, Verhältnis, in eine Lage bringen, versetzen, se in opus, Plaut. Vid. fr. 2, 20 St.: in otium, Plaut. merc. 553: alqm in soporem (in den Todesschlaf), Plaut. Amph. 304: rem alcis in tuto, sicher stellen, Ter. heaut. 689 u. 695: famam in tuto, Quint. 12, 11, 7: alqm in tuto, Cic. har. resp. 53. – c) etw. in etw. od. jmd. setzen, auf etw. od. jmd. bauen, beruhen lassen, non modo in causa, verum in aliquo honesto praesidio aut in alicuius eloquentia aut gratia spem aliquam, Cic. I. Verr. 9: in alqo magnam spem dignitatis suae, Cic. de or. 1, 25: spem salutis in fuga, Auct. b. Alex. 29, 5: omnes bene vivendi rationes in virtute, Cornif. rhet. 4, 24: omnia sunt colloca-
    ————
    ta in usu cotidiano, in congressione hominum atque in foro, alles beruht auf usw., Cic. de or. 1, 192. – d) eine Zeit od. eine Tätigkeit auf etwas verwenden, gerichtet sein lassen, adulescentiam suam in amore atque in voluptatibus, Cic. Cael. 39: omne suum studium in doctrina et sapientia, Cic. ad Q. fr. 1, 1, 10. § 29. – refl. se coll. in alqa re, sich auf etw. legen, einer Sache sich hingeben, totum se coll. in alqa re, sich in etw. vertiefen, palam sese in meretricia vita, Cic. Cael. 49: totum se in cognitione et scientia, Cic. de off. 1, 158: totum se in optimo vitae statu exquirendo, Cic. Tusc. 5, 2. – e) schriftl. anbringen, beibringen, de cuius moderatione atque sapientia in prioribus libris satis collocavi, Tac. ann. 6, 27.
    II) insbes.: 1) eig.: a) lebl. Objj.: α) in einer gewissen Ordnung aufstellen, aufrichten, errichten, anlegen, aufschlagen, statuam, Quint. 7. pr. § 2: signum (lovis), Cic. Cat. 3, 21: tu (Libertam deam) domi meae conlocasti, Cic. de domo 102: aedificia, Hermog. dig. 1, 1, 5: moenia, Vitr. 1, 5, 1: sedes ac domicilium, Cic. Verr. 2, 6. – m. Adv. (wo?), illa pars litoris, ubi iste castra luxuriae collocarat, Cic. Verr. 5, 96. – m. in u. Abl., tabernaculum sibi in campo Martio, Cic. Pis. 61: in ipso aditu atque ore portus tabernacula carbaseis velis intenta, Cic. Verr. 5, 30 u. (im Bilde) in una philosophia quasi tabernaculum vitae suae, Cic. de or. 3, 77. – m. a. Praepp.,
    ————
    oppidum ad eius regionem et partem castrorum collocatum (gelegen), Auct. b. Afr. 68, 1: tribunal suum iuxta C. Trebonii, praetoris urbani, sellam, Caes. b. c. 3, 20, 1. – m. bl. Abl., castella locis idoneis, Auct. b. Alex. 61, 5. – β) eine Kleidung zurechtlegen, ordnen, chlamydem, ut pendeat apte, Ov. met. 2, 734. – γ) ein Glied einrichten, coxam parum apte, Plin. ep. 2, 1, 5: maxillam in sedem suam, Cels. 8, 7. – b) leb. Wesen: α) eine Pers. irgendwo einsetzen, einlegen, unterbringen, einquartieren, ihren Sitz (Wohnsitz) nehmen lassen od. anweisen, ansiedeln, wohin verlegen, versetzen, stationieren, comites eius apud ceteros hospites, Cic. II. Verr. 1, 63: se Athenis, sich niederlassen, Cic. de fin. 5, 2, 4: regem Ptolemaide aut aliquo propinquo loco, Cic. ep. 1, 7, 4: in eius tetrarchia unum ex Graecis comitibus suis, Cic. Phil. 2, 94: Herculem in concilio caelestium, Cic. de off. 3, 5, 25: alqm inter astra, Schol. Bern. ad Verg. georg. 1, 33. p. 848: inter sidera, Hyg. astr. 2, 4 u. 2, 13. Serv. Verg. Aen. 1, 28: inter astra caprae figurā memoriae causā, Hyg. astr. 2, 13: scherzh., strumae ab ore improbo demigrarunt et aliis iam se locis collocarunt (haben sich einlogiert, festgesetzt), Cic. Vat. 39. – Boios ibi, Caes. b. G. 7, 9, 6: Boios in finibus suis, Caes. b. G. 1, 28, 5: gentem Allobrogum in vestigiis huius urbis atque in cinere deflagrati imperii, Cic. Cat. 4, 12: Suebos in proximis Rheno agris, Suet.
    ————
    Aug. 21: colonias idoneis in locis, Cic. agr. 2, 73: multitudinem in agris, Nep. Milt. 2, 1: Ubios super ipsam Rheni ripam, Tac. Germ. 28 extr.: quo bello XL captivorum milia ex Germania transtulit et supra Rhenum in Gallia collocavit, Eutr. 7, 9: veteranos municipalibus agris, Suet. Aug. 13, 3: im Bilde, Socrates philosophiam devocavit e caelo et in urbibus collocavit, Cic. Tusc. 5, 10. – als milit. t. t., wo stationieren, hinlegen, einquartieren, Quartier nehmen lassen, ibi praesidium, Caes. b. G. 1, 38, 7: ibi legiones XIV et VI, Hirt. b. G. 8, 4, 3: exercitum in provinciam, quae proxima est Numidiae hiemandi causā, Sall. Iug. 61, 2: quattuor legiones in Belgio, Hirt. b. G. 8, 46, 4: exercitum in hibernis, Caes. b. G. 5, 24, 1: exercitum in (bei) Aulercis Lexoviisque in hibernis, Caes. b. G. 3, 29, 3: legionem non longe a finibus Aeduorum in finibus Biturigum, Hirt. b. G. 8, 2, 1: Gaium Fabium legatum et L. Minucium Basilum cum legionibus duabus in Remis, Caes. b. G. 7, 70, 5: singulas cohortes Puteolis et Ostiae, Suet. Claud. 25, 2: classem Miseni, Suet. Aug. 49, 1. – β) jmd. in ein Besitztum einsetzen, einweisen, alqm in aedibus suis, Cic. de dom. 100: alqm in patrimonio suo, Cic. Phil. 13, 12: familiam suam in possessione praediorum eius, seine F. von ihren Gütern Besitz ergreifen lassen, Cic. Flacc. 72: alqm in maiorum suorum regno, Cic. de or. 3, 126. – 2) übtr.: a) in irgend eine
    ————
    Stellung einsetzen, setzen, unter eine Klasse u. dgl. versetzen, alqm in amplissimo statu, Cornif. rhet. 4, 23: alqm hoc in gradu (dignitatis), Cic. Acad. 2, 16: alqm in amplissimo consilio et in altissimo gradu dignitatis, Cic. post red. in sen. 2: alqm in sede ac domo atque in re publica, jmdm. Haus u. Hof u. eine Stellung im Staate geben, Cic. parad. 3, 25: in quibus tuas virtutes consecratas et in deorum numero collocatas vides, in denen du deine Verdienste ganz vergöttert siehst, Cic. ad Q. fr. 1, 1, 10. § 31: m. dopp. Acc., quos centuriones pugnaces et lacer tosos (als streitsüchtige u. handfeste Z.) inter militorum et mimarum greges collocavit, Cic. Phil. 8, 26. – b) ein Mädchen als Frau, in den Ehestand einsetzen, anbringen, verheiraten, alqam in matrimonium, Cic. de div. 1, 104. Marc. dig. 23, 2, 19: alqam alci in matrimonium, Gaius inst. 2. § 235 u. 238: alqam in matrimonio, Scaevol. dig. 26, 1, 77 (79). § 1: alqam in matrimonio stabili et certo, Cic. Phil. 2, 44: virgines in amplissimarum familiarum matrimoniis, Cic. de rep. 1, 12: alqam nuptui, Hyg. fab. 257: alqam in dignam se condicionem, Plaut. trin. 159: alqam sine dote nuptum, Plaut. trin. 735: alqam nuptum intra legitimum tempus, Ulp. dig. 3, 2, 11. § 1: alqam alci nuptum, Paul. dig. 23, 2, 59: sororem ex matre et propinquas suas nuptum in alias civitates, Caes. b. G. 1, 18, 7: filiam minorem nuptum (al. nuptui) in dimidia parte re-
    ————
    liqui agri, Col. 4, 3, 6: u. bl. coll. alcis filio filiam suam, Cic. Brut. 98: alci virginem filiam, Nep. Att. 19, 4: alci filiam, Tac. Agr. 9: alci uxorem suam, Suet. Caes. 21: matrem in Biturigibus homini nobilissimo, Caes. b. G. 1, 18, 6: u. bl. coll. filiam, Tac. ann. 4, 39. Iustin. 9, 6, 2; u. im Passiv, cum virgo amici nubilis propter paupertatem collocari non posset, Nep. Epam. 3, 5: ut filiae eius de communi aerario dotibus datis collocarentur, Nep. Arist. 3, 3. – c) lebl. Objj.: α) ( als t. t., der Geschäftsspr.) Geld usw. auf etw. (bes. auf Ländereien) anlegen, anbringen, unterbringen, in etw. stecken, dotem in eo fundo, Cic. Caecin. 11: duas patrimonii partes in solo, Suet. Tib. 48, 1: duas fenoris partes in agris per Italiam, Tac. ann. 6, 17: pecuniam in praediis c., Cic. Caecin. 16: pecunias levioribus usuris mutuatum graviore fenore c., Suet. Aug. 39: pecunias suas in emptiones praediorum, Gaius dig. 17, 1, 2. § 6: pecuniam idoneis nominibus, Marc. dig. 35, 2, 89: pecunias magnas collocatas habere in ea provincia (in dieser Pr.), Cic. de imp. Pomp. 18: nusquam posse eam (pecuniam) melius collocari, Cic. Caecin. 5, 15: u. bl. coll. pecuniam, Cic. de off. 2, 87: pecunias, Cic. de off. 2, 12, 42: pecunias publicas, Trai. in Plin. ep. 10, 55 (63). – dah. im weitern Sinne übh. auf etw. anlegen, verwenden, für etw. verbrauchen, miliens sestertium in munificentia (zu freigebigen Zwecken), Tac. ann. 6,
    ————
    45: patrimonium in rei publicae salute, Cic. Phil. 3, 2, 3: bene apud alqm tam multa pretia ac munera, Cic. Verr. 5, 56: melius apud bonos quam apud fortunatos beneficium collocari puto, Cic. de off. 2, 70: male c. bonas horas, Mart. 1, 113, 3: in me recipio, te ea, quae fecisti Mescinii causā quaeque feceris, ita bene collocaturum, ut ipse iudices etc., Cic. ep. 13, 28, 3: aedilitas recte collocata, an den rechten Mann gebracht, Cic. Verr. 5, 37. – β) in die gehörige Stellung, Verbindung bringen, so u. so stellen, zusammenstellen, verbinden, anordnen, αα) als rhet. t. t. Worte, verba apte, Quint. 8. prooem. § 26: verba opportune proprieque aut secus, Quint. 10, 2, 13: fortius vero quî incompositum potest esse quam vinctum et bene collocatum? Quint. 9, 4, 6: male collocatum κακοσύνθετον vocant, Quint. 8, 3, 59: propria verba et ordine collocata, Quint. 9, 1, 7: verba diligenter collocata, Cic. or. 227: non modo ut sint ordine collocati (census), sed ut inter se iuncti etc., Quint. 7, 10, 16: est et in nominibus ex diverso collocatis sua gratia, Quint. 9, 3, 86: verba et eligendi et collocandi ratio, Quint. 10, 1, 4: ratio collocandi, Cic. part. or. 11: varii sunt ordines collocandi, Cic. part. or. 12: C. F. Quid sequitur igitur? CP. Cum inveneris, collocare, Cic. part. or. 9: verba collocata, die Worte in ihrer Verbindung zu Sätzen (Ggstz. verba singula), Cic. or. 81 u. 134. – ββ) bürgerl. u. polit. Zustände einrich-
    ————
    ten, anordnen, Anordnungen treffen für usw., nuptias, Poëta com. bei Cic. de or. 3, 319: res, Caes. b. G. 3, 4, 1. Auct. b. Alex. 33, 6: rem militarem, Cic. ep. 2, 13, 3: civitatis statum, Cic. ep. ad Brut. 1, 15, 12.

    Ausführliches Lateinisch-deutsches Handwörterbuch > colloco

  • 7 ♦ through

    ♦ through (1) /ɵru:/
    prep.
    1 (compl. di moto per luogo) attraverso; per; entro; fra, tra; da: The Tiber flows through Rome, il Tevere scorre attraverso (o attraversa) Roma; We toured through France, abbiamo viaggiato per la Francia; The news spread through the town, la notizia si sparse per la città; DIALOGO → - Showing guest to room- The bathroom is through there, il bagno è da quella parte; to go through a tunnel, passare per una galleria; The arrow went through his arm, la freccia gli è passata attraverso (o gli ha trapassato) il braccio; a road through the woods, una strada fra i boschi; The rain came in through a hole in the tent, la pioggia entrava da un buco della tenda NOTA D'USO: - across o through?-
    2 ( tempo continuato) per la durata di; durante; per: He slept ( all the way) through the lecture, ha dormito durante (tutta) la conferenza; He sat patiently through the lecture, se ne restò pazientemente seduto fino alla fine della conferenza
    3 ( mezzo) mediante; per mezzo di; per il tramite di: I sent him the money through a bank, gli spedii il denaro per mezzo di una banca; to speak through an interpreter, comunicare per mezzo di un interprete
    4 ( causa) a causa di; per colpa di; per: through no fault of mine, non per colpa mia; done through error, fatto per errore
    5 (spec. USA; compl. di spazio e tempo) da… a: Monday through Friday, dal lunedì al venerdì ( compreso); Please complete this form, items 1 through 15, favorite compilare questo modulo, nei punti da 1 a 15
    ● to be through st., aver fatto (o finito) qc. □ through official channels, per via gerarchica □ all through the year (o all the year through), per tutto l'anno □ (autom.) to drive through a red light, passare col rosso ( al semaforo) □ to get through an exam, superare un esame □ to go through, esaminare, rivedere, verificare; frequentare sino al termine dei corsi; fare; consumare; spendere, sperperare: Let's go through the reports, esaminiamo le relazioni!; She went through college, fece l'università; The reckless young man went through a fortune, quel giovanotto scapestrato ha sperperato un patrimonio □ to see through a trick, non lasciarsi ingannare da uno stratagemma; scoprire il trucco.
    ♦ through (2) /ɵru:/
    avv.
    1 attraverso; da parte a parte; da cima a fondo; dal principio alla fine: The bullet has passed through, la pallottola è passata da parte a parte; I drove the whole night through, ho guidato (per) tutta la notte; He saw the show through, vide lo spettacolo da cima a fondo
    2 completamente; interamente; da capo a piedi: to be wet through, essere completamente bagnato; essere bagnato fradicio
    3 direttamente: The goods were sent through to London, la merce è stata spedita direttamente a Londra
    4 (in loc. col verbo to be, è idiom.:) (fam.) to be through, essere in comunicazione (telefonica), essere in linea; ( anche) essere spacciato: (telef.) You're through, Lei è in linea, parli pure; You're through, sei spacciato, sei un uomo finito; ( calcio, ecc.) to be through on goal, essere arrivato sottoporta; to be through to, essere arrivato a: ( sport) to go through to the next round, passare il turno; (fam.) to be through with, aver finito (qc.); avere chiuso, averla fatta finita; non volere aver più nulla a che fare con (q.): I am through with my exams, ho finito gli esami; I am through with that fellow, non ho più nulla a che fare con quell'individuo; con lui, ho chiuso!; Jill and I are through, fra me e Jill è finita
    5 (nei verbi frasali, è idiom.; per es.:) to get through, attraversare, superare, ecc.; to fall through, andare a monte; fallire; ecc. (► to get, to fall, ecc.)
    ● through and through, completamente; assolutamente; fino al midollo (fig.): He is an extremist through and through, è un estremista fino al midollo □ to last all through, durare per tutto un certo periodo □ to look a composition through, esaminare attentamente un tema □ to look sb. through and through, osservare q. attentamente; studiare q. □ right through, fino in fondo.
    through (3) /ɵru:/
    a. attr.
    1 diretto: a through train, un treno diretto
    2 ( di strada) di transito; di scorrimento
    3 ( sport) che passa; che filtra; filtrante: through ball, pallone che filtra; ( calcio, ecc.) through pass [shot], passaggio [tiro] filtrante
    ● (naut.) through bill of lading, polizza di carico diretta (o cumulativa) □ (mecc.) a through bolt, un bullone passante □ (ferr.) through carriage, vettura diretta □ (naut.) through freight, nolo a forfait □ (ferr.) through passenger, viaggiatore di treno diretto □ (ferr.) through rates, tariffe per trasporti in servizio cumulativo □ through road, strada transitabile □ (autom.) through street, strada con diritto di precedenza □ (ferr.) through ticket, biglietto cumulativo □ «No through road» ( cartello), «strada senza uscita».

    English-Italian dictionary > ♦ through

  • 8 impero

    impĕro ( inp-), āvi, ātum, 1 (archaic form, imperassit, Cic. Leg. 3, 3, 6, and induperantum = imperantium, Enn. Ann. v. 413 Vahl.), v. a. and n. [in-paro], to command, order, enjoin (cf.: jubeo, praecipio, mando).
    I.
    In gen., constr. with acc., an inf. or an object-clause, a relative-clause, with ut, ne, or the simple subj., with the simple dat. or absol.
    (α).
    With acc. (and dat. personæ):

    faciendum id nobis quod parentes imperant,

    Plaut. Stich. 1, 1, 53:

    fac quod imperat,

    id. Poen. 5, 3, 29; Ter. Hec. 2, 2, 2:

    quae imperarentur, facere dixerunt,

    Caes. B. G. 2, 32, 3:

    numquid aliud imperas?

    Ter. Eun. 2, 1, 7; id. Heaut. 4, 3, 26:

    sto exspectans, si quid mihi imperent,

    id. Eun. 3, 5, 46:

    nonnumquam etiam puerum vocaret: credo, cui cenam imperaret,

    i. e. ordered to get him his supper, Cic. Rosc. Am. 21, 59:

    imperat ei nuptias,

    Quint. 7, 1, 14:

    vigilias,

    id. 11, 3, 26:

    certum modum,

    id. 11, 2, 27:

    moram et sollicitudinem initiis impero,

    id. 10, 3, 9: graves dominae cogitationum libidines infinita quaedam cogunt atque imperant, Cic. Fragm. ap. Non. 424, 30 (Rep. 6, 1 Mos.):

    utque Imperet hoc natura potens,

    Hor. S. 2, 1, 51.—In pass.:

    arma imperata a populo Romano,

    Liv. 40, 34, 9:

    quod ipsum imperari optimum est,

    Quint. 2, 5, 6:

    imperata pensa,

    id. 3, 7, 6:

    exemplar imperatae schemae,

    Suet. Tib. 43.—
    (β).
    With inf. or an object-clause (esp. freq. in the post-Aug. per.; in Cic. and Cæs. only with inf. pass. or dep.):

    animo nunc jam otioso esse impero,

    Ter. And. 5, 2, 1:

    imperavi egomet mihi omnia assentari,

    id. Eun. 2, 2, 21:

    jungere equos Titan velocibus imperat Horis,

    Ov. M. 2, 118; 3, 4:

    nec minus in certo dentes cadere imperat aetas Tempore,

    Lucr. 5, 672:

    has omnes actuarias imperat fieri,

    Caes. B. G. 5, 1, 3:

    pericula vilia habere,

    Sall. C. 16, 2:

    frumentum conportare,

    id. J. 48, 2; Hirt. B. G. 8, 27; Curt. 10, 1, 19; Tac. A. 2, 25:

    Liviam ad se deduci imperavit,

    Suet. Calig. 25; id. Aug. 27; id. Tib. 60.—In pass.: in has lautumias, si qui publice custodiendi sunt, ex ceteris oppidis deduci imperantur, Cic. Verr. 2, 5, 27, § 69.—
    * With inf.
    act.:

    haec ego procurare et idoneus imperor,

    Hor. Ep. 1, 5, 21. —
    (γ).
    With a rel.-clause (very rare):

    imperabat coram, quid opus facto esset puerperae,

    Ter. And. 3, 2, 10:

    quin tu, quod faciam, impera,

    id. Phorm. 1, 4, 46; Plaut. Curc. 1, 1, 3 and 6; id. Capt. 2, 3, 10.—
    (δ).
    With ut, ne, or the simple subj.:

    ecce Apollo mihi ex oraculo imperat, Ut, etc.,

    Plaut. Men. 5, 2, 87:

    his, uti conquirerent et reducerent, imperavit,

    Caes. B. G. 1, 28, 1:

    consulibus designatis imperavit senatus, ut, etc.,

    Liv. 42, 28, 7: quibus negotium a senatu est imperatum, ut, etc., S. C. ap. Front. Aquaed. 104; Petr. 1:

    mihi, ne abscedam, imperat,

    Ter. Eun. 3, 5, 30:

    Caesar suis imperavit, ne, etc.,

    Caes. B. G. 1, 46, 2; 2, 32, 2; 3, 89, 4:

    letoque det imperat Argum,

    Ov. M. 1, 670; 13, 659. —
    (ε).
    With simple dat.:

    si huic imperabo, probe tectum habebo,

    Plaut. Most. 4, 1, 14 (cf. above a):

    aliquid alicui,

    Ter. Eun. 3, 5, 46; Cic. Rosc. Am. 21, 59. —
    (ζ).
    Absol.: Pa. Jubesne? Ch. Jubeo, cogo atque impero, Ter. Eun. 2, 3, 97:

    si quid opus est, impera,

    Plaut. Am. 3, 3, 1:

    impera, si quid vis,

    id. Aul. 2, 1, 23:

    omnia faciam: impera,

    Ter. Heaut. 5, 5, 11:

    quidvis oneris impone, impera,

    id. And. 5, 3, 26.
    II.
    In partic.
    A.
    In publicists' lang., to order to be furnished or supplied, to give orders for, make a requisition for:

    cum frumentum sibi in cellam imperavisset (Verrem),

    Cic. Div. in Caecil. 10, 30:

    quem (numerum frumenti) ei civitati imperas emendum,

    id. Verr. 2, 3, 74, § 173:

    negas fratrem meum pecuniam ullam in remiges imperasse,

    id. Fl. 14, 33:

    pecuniam,

    id. ib. § 32; cf.:

    argenti pondo ducenta milia Jugurthae,

    Sall. J. 62, 5:

    arma,

    Caes. B. C. 1, 6 fin.:

    equites civitatibus,

    id. B. G. 6, 4 fin.; cf.:

    quam maximum militum numerum provinciae toti,

    id. ib. 1, 7, 2:

    obsides reliquis civitatibus,

    id. ib. 7, 64, 1; so, obsides Cic. de Imp. Pomp. 12, 35; Suet. Caes. 25. —
    B.
    In publicists' and milit. lang., alicui or absol., to command, govern, rule over:

    his (magistratibus) praescribendus est imperandi modus... qui modeste paret, videtur, qui aliquando imperet, dignus esse,

    Cic. Leg. 3, 2, 5; cf.:

    sic noster populus in pace et domi imperat,

    id. Rep. 1, 40:

    nulla est tam stulta civitas, quae non injuste imperare malit, quam servire juste,

    id. ib. 3, 18; cf.

    also: cum is, qui imperat aliis, servit ipse nulli cupiditati,

    id. ib. 1, 34:

    omnibus gentibus ac nationibus terra marique imperare,

    id. de Imp. Pomp. 19, 56; cf.:

    jus esse belli, ut, qui vicissent, iis, quos vicissent, quemadmodum vellent imperarent,

    Caes. B. G. 1, 36, 1:

    Jugurtha omni Numidiae imperare parat,

    Sall. J. 13, 2:

    quot nationibus imperabat,

    Quint. 11, 2, 50:

    clarus Anchisae Venerisque sanguis Imperet,

    Hor. Carm. Sec. 51; cf. id. C. 3, 6, 5:

    recusabat imperare,

    i. e. to be emperor, Plin. Pan. 5, 5; cf.:

    ipsum quandoque imperaturum,

    Suet. Claud. 3; id. Galb. 4; id. Oth. 4; id. Vit. 14; id. Tit. 2 et saep.— Hence,
    b.
    Ad imperandum, to receive orders or instructions:

    nunc ades ad imperandum, vel ad parendum potius: sic enim antiqui loquebantur,

    Cic. Fam. 9, 25, 2; cf.:

    cum ipse ad imperandum Tisidium vocaretur,

    Sall. J. 62, 8 Kritz.—
    2.
    Transf., beyond the publicist's sphere, to command, master, govern, rule, control:

    liberis,

    Ter. Ad. 1, 1, 51:

    imperare sibi, maximum imperium est,

    Sen. Ep. 113 fin.:

    ut nobismet ipsis imperemus,

    Cic. Tusc. 2, 21, 47:

    cum homines cupiditatibus iis, quibus ceteri serviunt, imperabunt,

    id. Lael. 22, 82:

    accensae irae,

    Ov. M. 9, 28:

    dolori,

    Plin. Ep. 8, 19, 2:

    lacrimis,

    Sil. 2, 652:

    amori suo,

    Petr. 83:

    ingenio suo,

    Sen. Contr. 1 praef. med.; cf.:

    imperare animo nequivi, quin, priusquam perirem, cur periturus essem, scirem,

    Liv. 34, 31, 2: quibus egestas imperat, rules, governs, Enn. ap. Cic. Div. 1, 58, 132 (Trag. v. 357 Vahl.): imperat arvis, holds control over, i. e. forces to be productive, Verg. G. 1, 99; cf.:

    sola terrae seges imperatur,

    Tac. G. 26:

    fertilibus agris non est imperandum,

    Sen. Tranq. 15:

    sic imperant vitibus et eas multis palmitibus onerant,

    Col. 3, 3, 6:

    alius patrimonio suo plus imperavit quam ferre possit,

    Sen. Tranq. 4; cf.

    also trop.: tamquam nescias, cui imperem: Epicurum,

    id. Ep. 29 fin.:

    dum per continuos dies nimis imperat voci, rursus sanguinem reddidit,

    Plin. Ep. 5, 19, 6: imperat ergo viro [p. 902] (mulier), Juv. 6, 224.— Absol.:

    animum rege, qui, nisi paret, Imperat,

    Hor. Ep. 1, 2, 63:

    permittat, an vetet an imperet (lex),

    Quint. 7, 7, 7:

    (eloquentia) hic regnat, hic imperat, hic sola vincit,

    id. 7, 4, 24.—
    C.
    In publicists' lang., to order the citizens to assemble, to summon:

    dein consul eloquitur ad exercitum: Impero qua convenit ad comitia centuriata,

    Varr. L. L. 6, § 88 Müll.; Gell. 15, 27, 4;

    so comically,

    Plaut. Capt. 1, 2, 52; cf. id. Cist. 1, 1, 60.—
    D.
    In medic. lang., to order, prescribe: non idem imperassem omnibus per diversa aegrotantibus, Sen. de Ira, 1, 16; Plin. 24, 1, 1, § 5:

    si vires patiuntur, imperanda tridui abstinentia est,

    Cels. 7, 20.—
    E.
    In gram.:

    imperandi declinatus,

    i. e. inflections of the imperative, Varr. L. L. 10, § 32 Müll.— Hence, impĕ-rātum, i, n., that which is commanded, a command, order:

    jussus arma abicere, imperatum facit,

    executes the order, obeys, Caes. B. G. 5, 37, 1; freq. in plur.:

    imperata facere,

    id. ib. 2, 3, 3; 5, 20 fin.; 6, 10, 3; id. B. C. 1, 60, 1; 2, 12, 4; 3, 34, 2 al.; cf.:

    imperata detrectare,

    Suet. Caes. 54:

    Senones ad imperatum non venire,

    according to orders, as ordered, Caes. B. G. 6, 2, 3.

    Lewis & Short latin dictionary > impero

  • 9 inpero

    impĕro ( inp-), āvi, ātum, 1 (archaic form, imperassit, Cic. Leg. 3, 3, 6, and induperantum = imperantium, Enn. Ann. v. 413 Vahl.), v. a. and n. [in-paro], to command, order, enjoin (cf.: jubeo, praecipio, mando).
    I.
    In gen., constr. with acc., an inf. or an object-clause, a relative-clause, with ut, ne, or the simple subj., with the simple dat. or absol.
    (α).
    With acc. (and dat. personæ):

    faciendum id nobis quod parentes imperant,

    Plaut. Stich. 1, 1, 53:

    fac quod imperat,

    id. Poen. 5, 3, 29; Ter. Hec. 2, 2, 2:

    quae imperarentur, facere dixerunt,

    Caes. B. G. 2, 32, 3:

    numquid aliud imperas?

    Ter. Eun. 2, 1, 7; id. Heaut. 4, 3, 26:

    sto exspectans, si quid mihi imperent,

    id. Eun. 3, 5, 46:

    nonnumquam etiam puerum vocaret: credo, cui cenam imperaret,

    i. e. ordered to get him his supper, Cic. Rosc. Am. 21, 59:

    imperat ei nuptias,

    Quint. 7, 1, 14:

    vigilias,

    id. 11, 3, 26:

    certum modum,

    id. 11, 2, 27:

    moram et sollicitudinem initiis impero,

    id. 10, 3, 9: graves dominae cogitationum libidines infinita quaedam cogunt atque imperant, Cic. Fragm. ap. Non. 424, 30 (Rep. 6, 1 Mos.):

    utque Imperet hoc natura potens,

    Hor. S. 2, 1, 51.—In pass.:

    arma imperata a populo Romano,

    Liv. 40, 34, 9:

    quod ipsum imperari optimum est,

    Quint. 2, 5, 6:

    imperata pensa,

    id. 3, 7, 6:

    exemplar imperatae schemae,

    Suet. Tib. 43.—
    (β).
    With inf. or an object-clause (esp. freq. in the post-Aug. per.; in Cic. and Cæs. only with inf. pass. or dep.):

    animo nunc jam otioso esse impero,

    Ter. And. 5, 2, 1:

    imperavi egomet mihi omnia assentari,

    id. Eun. 2, 2, 21:

    jungere equos Titan velocibus imperat Horis,

    Ov. M. 2, 118; 3, 4:

    nec minus in certo dentes cadere imperat aetas Tempore,

    Lucr. 5, 672:

    has omnes actuarias imperat fieri,

    Caes. B. G. 5, 1, 3:

    pericula vilia habere,

    Sall. C. 16, 2:

    frumentum conportare,

    id. J. 48, 2; Hirt. B. G. 8, 27; Curt. 10, 1, 19; Tac. A. 2, 25:

    Liviam ad se deduci imperavit,

    Suet. Calig. 25; id. Aug. 27; id. Tib. 60.—In pass.: in has lautumias, si qui publice custodiendi sunt, ex ceteris oppidis deduci imperantur, Cic. Verr. 2, 5, 27, § 69.—
    * With inf.
    act.:

    haec ego procurare et idoneus imperor,

    Hor. Ep. 1, 5, 21. —
    (γ).
    With a rel.-clause (very rare):

    imperabat coram, quid opus facto esset puerperae,

    Ter. And. 3, 2, 10:

    quin tu, quod faciam, impera,

    id. Phorm. 1, 4, 46; Plaut. Curc. 1, 1, 3 and 6; id. Capt. 2, 3, 10.—
    (δ).
    With ut, ne, or the simple subj.:

    ecce Apollo mihi ex oraculo imperat, Ut, etc.,

    Plaut. Men. 5, 2, 87:

    his, uti conquirerent et reducerent, imperavit,

    Caes. B. G. 1, 28, 1:

    consulibus designatis imperavit senatus, ut, etc.,

    Liv. 42, 28, 7: quibus negotium a senatu est imperatum, ut, etc., S. C. ap. Front. Aquaed. 104; Petr. 1:

    mihi, ne abscedam, imperat,

    Ter. Eun. 3, 5, 30:

    Caesar suis imperavit, ne, etc.,

    Caes. B. G. 1, 46, 2; 2, 32, 2; 3, 89, 4:

    letoque det imperat Argum,

    Ov. M. 1, 670; 13, 659. —
    (ε).
    With simple dat.:

    si huic imperabo, probe tectum habebo,

    Plaut. Most. 4, 1, 14 (cf. above a):

    aliquid alicui,

    Ter. Eun. 3, 5, 46; Cic. Rosc. Am. 21, 59. —
    (ζ).
    Absol.: Pa. Jubesne? Ch. Jubeo, cogo atque impero, Ter. Eun. 2, 3, 97:

    si quid opus est, impera,

    Plaut. Am. 3, 3, 1:

    impera, si quid vis,

    id. Aul. 2, 1, 23:

    omnia faciam: impera,

    Ter. Heaut. 5, 5, 11:

    quidvis oneris impone, impera,

    id. And. 5, 3, 26.
    II.
    In partic.
    A.
    In publicists' lang., to order to be furnished or supplied, to give orders for, make a requisition for:

    cum frumentum sibi in cellam imperavisset (Verrem),

    Cic. Div. in Caecil. 10, 30:

    quem (numerum frumenti) ei civitati imperas emendum,

    id. Verr. 2, 3, 74, § 173:

    negas fratrem meum pecuniam ullam in remiges imperasse,

    id. Fl. 14, 33:

    pecuniam,

    id. ib. § 32; cf.:

    argenti pondo ducenta milia Jugurthae,

    Sall. J. 62, 5:

    arma,

    Caes. B. C. 1, 6 fin.:

    equites civitatibus,

    id. B. G. 6, 4 fin.; cf.:

    quam maximum militum numerum provinciae toti,

    id. ib. 1, 7, 2:

    obsides reliquis civitatibus,

    id. ib. 7, 64, 1; so, obsides Cic. de Imp. Pomp. 12, 35; Suet. Caes. 25. —
    B.
    In publicists' and milit. lang., alicui or absol., to command, govern, rule over:

    his (magistratibus) praescribendus est imperandi modus... qui modeste paret, videtur, qui aliquando imperet, dignus esse,

    Cic. Leg. 3, 2, 5; cf.:

    sic noster populus in pace et domi imperat,

    id. Rep. 1, 40:

    nulla est tam stulta civitas, quae non injuste imperare malit, quam servire juste,

    id. ib. 3, 18; cf.

    also: cum is, qui imperat aliis, servit ipse nulli cupiditati,

    id. ib. 1, 34:

    omnibus gentibus ac nationibus terra marique imperare,

    id. de Imp. Pomp. 19, 56; cf.:

    jus esse belli, ut, qui vicissent, iis, quos vicissent, quemadmodum vellent imperarent,

    Caes. B. G. 1, 36, 1:

    Jugurtha omni Numidiae imperare parat,

    Sall. J. 13, 2:

    quot nationibus imperabat,

    Quint. 11, 2, 50:

    clarus Anchisae Venerisque sanguis Imperet,

    Hor. Carm. Sec. 51; cf. id. C. 3, 6, 5:

    recusabat imperare,

    i. e. to be emperor, Plin. Pan. 5, 5; cf.:

    ipsum quandoque imperaturum,

    Suet. Claud. 3; id. Galb. 4; id. Oth. 4; id. Vit. 14; id. Tit. 2 et saep.— Hence,
    b.
    Ad imperandum, to receive orders or instructions:

    nunc ades ad imperandum, vel ad parendum potius: sic enim antiqui loquebantur,

    Cic. Fam. 9, 25, 2; cf.:

    cum ipse ad imperandum Tisidium vocaretur,

    Sall. J. 62, 8 Kritz.—
    2.
    Transf., beyond the publicist's sphere, to command, master, govern, rule, control:

    liberis,

    Ter. Ad. 1, 1, 51:

    imperare sibi, maximum imperium est,

    Sen. Ep. 113 fin.:

    ut nobismet ipsis imperemus,

    Cic. Tusc. 2, 21, 47:

    cum homines cupiditatibus iis, quibus ceteri serviunt, imperabunt,

    id. Lael. 22, 82:

    accensae irae,

    Ov. M. 9, 28:

    dolori,

    Plin. Ep. 8, 19, 2:

    lacrimis,

    Sil. 2, 652:

    amori suo,

    Petr. 83:

    ingenio suo,

    Sen. Contr. 1 praef. med.; cf.:

    imperare animo nequivi, quin, priusquam perirem, cur periturus essem, scirem,

    Liv. 34, 31, 2: quibus egestas imperat, rules, governs, Enn. ap. Cic. Div. 1, 58, 132 (Trag. v. 357 Vahl.): imperat arvis, holds control over, i. e. forces to be productive, Verg. G. 1, 99; cf.:

    sola terrae seges imperatur,

    Tac. G. 26:

    fertilibus agris non est imperandum,

    Sen. Tranq. 15:

    sic imperant vitibus et eas multis palmitibus onerant,

    Col. 3, 3, 6:

    alius patrimonio suo plus imperavit quam ferre possit,

    Sen. Tranq. 4; cf.

    also trop.: tamquam nescias, cui imperem: Epicurum,

    id. Ep. 29 fin.:

    dum per continuos dies nimis imperat voci, rursus sanguinem reddidit,

    Plin. Ep. 5, 19, 6: imperat ergo viro [p. 902] (mulier), Juv. 6, 224.— Absol.:

    animum rege, qui, nisi paret, Imperat,

    Hor. Ep. 1, 2, 63:

    permittat, an vetet an imperet (lex),

    Quint. 7, 7, 7:

    (eloquentia) hic regnat, hic imperat, hic sola vincit,

    id. 7, 4, 24.—
    C.
    In publicists' lang., to order the citizens to assemble, to summon:

    dein consul eloquitur ad exercitum: Impero qua convenit ad comitia centuriata,

    Varr. L. L. 6, § 88 Müll.; Gell. 15, 27, 4;

    so comically,

    Plaut. Capt. 1, 2, 52; cf. id. Cist. 1, 1, 60.—
    D.
    In medic. lang., to order, prescribe: non idem imperassem omnibus per diversa aegrotantibus, Sen. de Ira, 1, 16; Plin. 24, 1, 1, § 5:

    si vires patiuntur, imperanda tridui abstinentia est,

    Cels. 7, 20.—
    E.
    In gram.:

    imperandi declinatus,

    i. e. inflections of the imperative, Varr. L. L. 10, § 32 Müll.— Hence, impĕ-rātum, i, n., that which is commanded, a command, order:

    jussus arma abicere, imperatum facit,

    executes the order, obeys, Caes. B. G. 5, 37, 1; freq. in plur.:

    imperata facere,

    id. ib. 2, 3, 3; 5, 20 fin.; 6, 10, 3; id. B. C. 1, 60, 1; 2, 12, 4; 3, 34, 2 al.; cf.:

    imperata detrectare,

    Suet. Caes. 54:

    Senones ad imperatum non venire,

    according to orders, as ordered, Caes. B. G. 6, 2, 3.

    Lewis & Short latin dictionary > inpero

  • 10 -F1011

    dare fondo a...

    растратить, промотать, пустить по ветру:

    ...mi pareva d'aver già dato fondo a tutti gli argomenti possibili.... (N. Ginzburg, «Le piccole virtù»)

    ...мне казалось, что я уже до конца исчерпала все возможные темы...

    Il custode se lo trovò... a tavola e lo servi... dando fondo alle scorte di una settimana. (P. Chiara, «Il Balordo»)

    Сторож увидел его... уже за столом и покормил.., истратив при этом недельный запас продуктов.

    «Credo che abbiamo dato fondo a tutti gli argomenti, pro e contro. (M. Soldati, «Il vero Silvestri»)

    — Думаю, что мы исчерпали все аргументы за и против,

    «Voglio che casa Roccaverdina rifiorisca. Tuo zio è uno scioperato. Ha già dato fondo a tutto il suo patrimonio; e suo figlio è più matto di lui. (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

    — Я хочу, чтобы дом Роккавердина снова процветал. Твой дядя — бездельник. Он уже промотал свое имение, а сын еще безумнее дядюшки.

    Ma io stessa, non provavo l'oscuro, l'inesplicabile impulso di giustificarmi? Giustificarmi: non futilmente per un mio violato ritegno; al contrario, far certo mio fratello che avevo dato fondo, e senza frutto, alla mia libertà o licenza.... (T. Landolfi, «Un amore del nostro tempo»)

    А я сама, разве не чувствовала я совершенно необъяснимую потребность оправдаться? Оправдаться не за какие-то свои проступки, а убедить своего брата, что я без всякой пользы для себя пожертвовала своей свободой...

    (Пример см. тж. -A41).

    Frasario italiano-russo > -F1011

  • 11 -P700

    mettere il capo (или il cervello, la testa) a partito

    образумиться, взяться за ум:

    Leonardo. — Eh! dice bene; mi saprò regolare; metterò la testa a partito. (C. Goldoni, «Le smanie per la villeggiatura»)

    Леонардо. — Что ж, вы правы. Я все улажу. Подчинюсь голосу рассудка.

    Ma a un certo punto papà cessò di dargli i soldi, e allora Solone mise di colpo la testa a partito, rilevò l'azienda in fallimento, e in pochi anni si fece un grosso patrimonio. (I. Montanelli, «Storia dei Greci»)

    Но наступило время, когда папаша перестал давать ему деньги, и тогда Солон взялся за ум, спас предприятие от банкротства и за два-три года создал себе солидное состояние.

    Se ti voleva veramente bene metteva la testa a partito. (M. Prisco, «La dama di piazza»)

    Если бы он любил тебя по-настоящему, он бы вел себя благоразумнее.

    Se avesse voluto mettere la testa a partito... poteva farsi pagare per ogni libretto 3 o 4 mila franchi. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

    Если бы Солера образумился, он бы добился, чтобы ему платили три или четыре тысячи франков за каждое либретто.

    Frasario italiano-russo > -P700

См. также в других словарях:

  • avere — avere1 /a vere/ s.m. [uso sost. del verbo avere ] (pl. ri ). 1. [spec. al plur., ciò che si possiede, patrimonio, ricchezze, in beni mobili e immobili: sperperare tutto il proprio a. ; amministrare male i propri a. ] ▶◀ beni, fortuna, patrimonio …   Enciclopedia Italiana

  • assicurare — as·si·cu·rà·re v.tr. FO 1. rendere certo, sicuro: assicurare il buon esito di un impresa, assicurare l avvenire dei propri figli Sinonimi: garantire. Contrari: arrischiare, esporre, rischiare. 2. mettere al riparo da un danno, da un pericolo: la… …   Dizionario italiano

  • avere — 1a·vé·re v.tr., v.intr. (io ho) FO I. v.tr. I 1a. possedere beni, cose materiali: avere una casa, molti terreni, tanti soldi | ass., possedere ricchezze, essere ricco: non sempre quelli che hanno sono generosi | e chi più ne ha più ne metta,… …   Dizionario italiano

  • finire — [lat. fīnīre, der. di finis limite; cessazione ] (io finisco, tu finisci, ecc.). ■ v. tr. 1. a. [condurre a termine: f. un lavoro, una frase ] ▶◀ concludere, terminare, ultimare. ◀▶ avviare, cominciare, iniziare, (non com.) principiare. b. [nella …   Enciclopedia Italiana

  • prendere — / prɛndere/ [dal lat. prĕhendĕre e prĕndĕre ] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti ], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso ]). ■ v. tr. 1. a. [esercitare una presa su cosa o persona con le mani, in modo da tenerla in una… …   Enciclopedia Italiana

  • Eonaviego — Gallego asturiano Hablado en País: España Región: Principado de Asturias Comarca: Eo Navia …   Wikipedia Español

  • mezzo — mezzo1 / mɛdz:o/ [lat. medius ]. ■ agg. 1. a. [di cosa, che (per numero, quantità, grandezza, ecc.) è o si considera una delle due parti uguali in cui può essere divisa un entità: m. dozzina ; m. metro ; mezz ora ; lavorare a m. paga ; dividersi… …   Enciclopedia Italiana

  • disporre — di·spór·re v.tr. e intr. (io dispóngo) FO 1. v.tr., collocare secondo un certo ordine o criterio: disporre le maglie in un cassetto, i libri nello scaffale; disporre le truppe in campo Sinonimi: dislocare, distribuire, mettere, ordinare, porre,… …   Dizionario italiano

  • lotto — lòt·to s.m. 1. TS stor. imposta straordinaria, introdotta a Firenze nel 1530, che consisteva nella vendita forzosa ai cittadini di un certo numero di polizze le quali, mediante estrazione a sorte, davano diritto a premi, spec. merci o beni… …   Dizionario italiano

  • bene — bene1 / bɛne/ [lat. bĕne ] (in posizione proclitica, si tronca in ben ). ■ avv. 1. a. [in modo buono, retto, giusto: agire, comportarsi b. ] ▶◀ giustamente, onestamente, rettamente. ◀▶ disonestamente, ingiustamente, male. b. [in modo corretto,… …   Enciclopedia Italiana

  • impiegare — v. tr. [lat. implĭcare coinvolgere ] (io impiègo, tu impièghi, ecc.). 1. a. [servirsi di qualcosa per uno scopo] ▶◀ adoperare, spendere, usare, utilizzare. b. (econ.) [utilizzare denaro per qualcosa, con la prep. in del secondo arg.: i. il… …   Enciclopedia Italiana

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